La Nuova Sardegna

L’agente dei Nocs ucciso: colpo esploso dai banditi

di Agostino Murgia
 L’agente dei Nocs ucciso: colpo esploso dai banditi

Il caso Donatoni, una nuova perizia di parte esclude il “fuoco amico” Secondo i consulenti i proiettili provenivano dal kalashnikov di Mario Moro

20 ottobre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ROMA. Un dopo sequestro che non finirà mai: il rapimento dell'industriale di Brescia Giuseppe Soffiantini sembra non avere mai termine, nonostante due sentenze della Corte di Cassazione. A riemergere è sempre uno dei risvolti del rapimento: l'omicidio dell'ispettore dei Nocs Samuele Donatoni. La prima corte d'assise di Roma aveva stabilito che a uccidere il poliziotto – durante lo scontro a fuoco il 17 ottobre del 1997 a Riofreddo – furono i proiettili esplosi dal kalashnikov del bandito di Ovodda Mario Moro. Ma un altro dibattimento nei confronti del rapitore Giovanni Farina (accusato insieme all'attuale latitante di Arzana Attilio Cubeddu) decretò che Donatoni venne ucciso da "fuoco amico", cioè da un colpo esploso per sbaglio da uno dei suoi commilitoni. La vicenda non finì però così perché alcuni dei componenti della squadriglia dei Nocs vennero rinviati a giudizio. Tra questi l'agente Claudio Sorrentino.

La nuova consulenza di parte si articola in 127 pagine nelle quali, attraverso calcoli, comparazioni ed analisi scientifiche i consulenti di Sorrentino arrivano alla stessa conclusione alla quale giunsero i periti nominati dalla procura di Roma nel primo grado di giudizio, il professor Carlo Torre e il perito Pietro Benedetti. Vale a dire che Donatoni fu ucciso da un colpo di kalashnikov sparato dal bandito Mario Moro all'altezza dello svincolo dell'autostrada per Riofreddo. Moro rimase a sua volta ferito nel conflitto a fuoco e morì due mesi dopo in ospedale.

«Dopo un attento e serio lavoro – scrivono i nuovi consulenti – Torre e Benedetti giunsero a conclusioni che noi condividiamo pienamente e che confermeremo in modo assolutamente inconfutabile». Tra l'altro gli esperti definiscono «del tutto sconcertante» che gli stessi Torre e Benedetti non siano stati sentiti dalla Corte. Le conclusioni della consulenza contrastano con quelle alle quali giunsero nella perizia disposta dalla IV Corte d'assise di Roma – confermata dalla Cassazione – i periti Geraldo Capannesi, Antonio D'Arienzo e Stefano Moriani. Secondoquesti ultimi Donatoni fu raggiunto e ucciso da un proiettile calibro 9 parabellum esploso da una Beretta in dotazione alle forze di polizia. Una perizia fortemente criticata dai consulenti della difesa di Sorrentino. Per il sequestro e l'omicidio di Soffiantini furono condannati, proprio sulla base della perizia di Torre-Benedetti e su alcune testimonianze, Attilio Cubeddu, Osvaldo Broccoli e Giorgio Sergio. La sentenza del processo Farina – con relative conseguenze per i Nocs – è stata confermata dalla Cassazione. Non solo: l’avvocato Giuseppe Luigi Cucca – difensore di Osvaldo Broccoli – aveva chiesto e ottenuto la revisione del processo. In base alla sentenza della IV Corte d’assise di Roma, confermata dalla Cassazione, Broccoli venne assolto dall’accusa di concorso nell’omicidio dell’agente Samuele Donatoni.

Questa sentenza sembrava aver decretato definitivamente la fine di una vicenda estremamente complicata, ma così evidentemente non è. «Si può soltanto dire – ha commentato l’avvocato Giuseppe Luigi Cucca dopo l’ennessmo capitolo – che la verità è soltanto quella della Corte d’assise di Roma nel processo Farina. E quella della Corte di Perugia nel processo di revisione per Osvaldo Broccoli». La IV Corte d’assise di Roma, nel motivare la sentenza con la quale riteneva responsabili della morte dell’ispettore Donatoni, per errore, uno dei suoi commilitoni, aveva espresso perplessità nei confronti della descrizione di tutta la vicenda.

Pesanti valutazioni erano state espresse anche nei confronti di alcuni tecnici del gabinetto di polizia scientifica. Veniva infatti contestata «la grave violazione di legge che consentirono di far scomparire senza la possibilità di alcun controllo processuale, reperti importantissimi ai fini della ricostruzione dei fatti».

Ora l’ulteriore risvolto, che però dovrà confrontarsi con le sentenze di Cassazione.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative