La Nuova Sardegna

Omicidio Gungui, assolto Mesina

di Valeria Gianoglio
Omicidio Gungui, assolto Mesina

L’ex primula rossa non commissionò il delitto del 1974 a Mamoiada. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo

26 ottobre 2016
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NUORO. A dargli la notizia, per primo, è stato un vicino di cella, a Badu ’e Carros. «Accendi la tv», gli ha fatto capire, lasciando intendere che sarebbero arrivate buone nuove. E così, nel primo pomeriggio di ieri, Graziano Mesina tra i titoli che scorrevano veloci ha intravisto anche l’unico che gli interessava davvero: “Mesina assolto per non aver commesso il fatto dall’omicidio di Santino Gungui, avvenuto a Mamoiada nel 1974”. «Adesso posso dire che confidi nella giustizia?», gli ha chiesto poco dopo il suo avvocato Beatrice Goddi. «Non esageriamo», ha risposto con un pizzico di amara ironia.

Assolto. Nonostante la pratica di processi, aule di giustizia, inchieste e capi di accusa, alla notizia della sua assoluzione in un processo per un omicidio avvenuto ben 42 anni fa, stavolta Graziano Mesina si è persino commosso. «In realtà – spiega il suo avvocato che lo ha difeso insieme alla collega Maria Luisa Vernier – su questa vicenda lui era decisamente ottimista. Già da ieri sera mi aveva detto che era fiducioso, perché lui questo omicidio non lo aveva commesso e la giustizia lo avrebbe sicuramente riconosciuto. Secondo l’accusa, a incastrarlo, era stata una conversazione captata nella sua Porsche Cayenne il 19 marzo del 2012. Ma nelle intercettazioni ha detto tante cose che poi non sono mai successe. E il processo che si è concluso oggi con la piena assoluzione di Mesina non fa che confermare come spesso gli vengano attribuiti fatti che non ha mai commesso – aggiunge Beatrice Goddi –. Anche in questa vicenda, infatti, tutte le carte processuali dicevano altro, dicevano che era innocente. Per questo avevamo scelto la strada del rito abbreviato. Ma a sostenere la sua innocenza, del resto, erano stati gli stessi parenti di Santino Gungui».

La sentenza. «Assolto per non aver commesso il fatto», dunque, ha sentenziato nella tarda mattinata di ieri il gup del tribunale di Nuoro Claudio Cozzella. E il pm Giorgio Bocciarelli non ha nascosto un po’ di amarezza. La pubblica accusa, infatti, nell’udienza precedente aveva chiesto che Mesina venisse condannato all’ergastolo e gli aveva contestato anche l’aggravante della premeditazione. Secondo il pm Mesina aveva commissionato la morte di Santino Gungui perché quest'ultimo avrebbe trattenuto diversi soldi che invece avrebbero dovuto essere destinati ad altri. Il movente dell'omicidio, insomma, sarebbe un debito non saldato.

Le intercettazioni. Nella sua articolata requisitoria, la pubblica accusa aveva ricordato anche che Mesina era stato inchiodato da alcune intercettazioni disposte nell’ambito di una inchiesta della Dda per associazione a delinquere. In diversi passaggi di quelle intercettazioni, ha spiegato il pm, Mesina, parlando con uno dei suoi autisti, Giovanni Filindeu, aveva fatto riferimento a Santino Gungui e anche a un debito. L’ex primula rossa di Orgosolo, dall’interrogatorio di garanzia, rispondendo alle domande del pm, non aveva negato di aver pronunciato quelle frasi. Ma aveva negato che quel debito lo avesse spinto a commissionare l’omicidio di Santino Gungui. «È un omicidio legato alla faida», aveva sempre sostenuto Mesina.

Verso l’appello. Era stato di parere decisamente diverso, tant’è che aveva chiesto una condanna all’ergastolo. «Ora attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza – ha commentato ieri il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli – poi valuteremo il da farsi. Ma siamo pronti a ricorrere in appello».

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