La Nuova Sardegna

Pacifisti denunciano la Pinotti

Pacifisti denunciano la Pinotti

Esposto contro il ministro della Difesa per le bombe “sarde” all’Arabia Saudita

27 ottobre 2016
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CAGLIARI. Un esposto alla Procura per denunciare ancora una volta la vendita di armamenti assemblati alla fabbrica Rwm di Domusnovas all’Arabia Saudita e la scelta del ministro della Difesa Roberta Pinotti, che in un servizio della trasmissione Le Iene ha negato l’esistenza di un traffico di ordigni bellici destinati a un paese coinvolto in un conflitto armato. E’ l’iniziativa annunciata dalla Tavola sarda della pace, i cui rappresentanti questa mattina saranno in tribunale per depositare il documento di denuncia. Il passo successivo sarà una nuova manifestazione di protesta davanti allo stabilimento di Domusnovas, dove alcuni attori, fra cui quelli della compagnia Il Sottosuolo, reciteranno brani di papa Francesco e testi contro la guerra. La protesta precede di una settimana la marcia Gesturi-Laconi per la pace e s’inquadra in un programma di contrasto alla guerra che coinvolge numerose associazioni sarde. Il centro della protesta rimane l’Rwm, perché è l’Rwm che produce le bombe destinate ai teatri di guerra medio-orientali ed è su questo punto che gli inviati delle Iene hanno rivolto alcune domande al ministro Pinotti, ricevendo risposte che alcuni passaggi del servizio smentiscono. Il ministro ha negato che esista un ponte aereo tra l’aeroporto di Elmas e l’Arabia Saudita per trasferire gli armamenti, malgrado i servizi giornalistici diffusi negli ultimi mesi su tutti i mezzi d’informazione dimostrino il contrario. Il traffico delle armi non è illegale, una legge - in linea con gli accordi internazionali - vieta di venderle a paesi coinvolti in guerre, con l’obbiettivo di non alimentarle. Quindi il materiale bellico che parte da Elmas viaggerebbe illegalmente. «Una realtà inaccettabile - accusa Angelo Cremone, uno degli attivisti nelle iniziative di pace - anche perché queste armi partono dalla Sardegna». Partono da Domusnovas, dove lavorano settanta persone e la fabbrica rappresenta una fonte di benessere, la cui esistenza propone diversi interrogativi: «Sappiamo che l’azienda tedesca Rwm ha in corso un dialogo con l’Arabia Saudita - avverte Cremone - per delocalizzare la produzione sul loro territorio, chiudendo la sede sarda. Prima che questo avvenga sarebbe importante riconvertire lo stabilimento di Domusnovas su produzioni diverse, perché i dipendenti non perdano il lavoro».

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