La Nuova Sardegna

Maiali sepolti nell’oasi faunistica arrivano i sigilli della Procura

di Nadia Cossu
Maiali sepolti nell’oasi faunistica arrivano i sigilli della Procura

Sette carcasse di suini affetti dalla peste interrate nella foresta demaniale di Anela La denuncia del comitato di cittadini: a 30 metri ci sono sorgenti che alimentano il paese

30 ottobre 2016
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ANELA. Alla fine sono arrivati i sigilli della Procura della Repubblica. Nastri rossi e bianchi per delimitare una zona circoscritta all’interno dell’oasi faunistica di Anela dove sarebbero state sotterrate le carcasse di sette maiali colpiti dalla peste suina.

L’allarme era stato lanciato più o meno due settimane fa da un gruppo di cittadini del Goceano che dopo qualche giorno hanno anche deciso di costituire un comitato per denunciare questo «fatto gravissimo» per l’ambiente e per la salute delle persone. Hanno prima contattato forze dell’ordine, forestale, prefettura, amministrazione comunale. E poi si sono rivolti direttamente alla magistratura presentando un esposto dettagliato che ha avuto come conseguenza l’avvio di un’indagine per capire cosa realmente sia accaduto e se esistano responsabilità precise. Per questo motivo l’area indicata dal comitato – che ha fornito delle precise “coordinate” supportate da fotografie – è stata messa sotto sequestro preventivo.

Nella denuncia presentata negli uffici della Procura della Repubblica di Nuoro (competente per quella porzione di territorio) i componenti del comitato spontaneo hanno spiegato che «lo scorso 28 settembre nella foresta demaniale di Anela, a S’Elighe Durche, vicino alla base elicotteristica del corpo forestale e di vigilanza ambientale, e della casermetta forestale, sono state smaltite sette carcasse di maiali provenienti da Illorai (sei) e Pattada (uno)». I suini sarebbero stati abbattuti in ottemperanza a ordinanze «scaturite dal piano di eradicazione della peste suina africana». Il tutto, sembra, secondo precise disposizioni che indicavano, però, lo smaltimento nella foresta di Fiorentini (comune di Bultei). Un sito, quest’ultimo, anch’esso di grande valore naturalistico, proprio come quello di Anela. Si tratta infatti di due foreste demaniali, oasi permanenti di protezione faunistica, ricche di falde acquifere. Ma le carcasse non sarebbero state sotterrate a Fiorentini (il che sarebbe stato ugualmente grave): «Lo smaltimento sotto terra – è stato denunciato nell’esposto – è avvenuto nella foresta demaniale di Anela in un punto distante 23 metri da un ruscello, vicino a un altro corso d’acqua e a 30 metri da una sorgente che sgorga in un abbeveratoio per bestiame». Il comitato ha chiesto alla Procura di «scoprire se l’ordinanza del direttore generale responsabile dell’unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana sia stata eseguita nelle norme di legge, se siano state garantite tutte le precauzioni in termini sanitari e di difesa ambientale per quanto riguarda l’infossamento dei sette suini». Le carcasse sarebbero infatti state smaltite in una zona vicina a campeggi, ricchissima di acque sorgive e confinante con un laghetto montano. Un territorio meta anche di turisti che amano andare alla scoperta di polmoni verdi nell’entroterra, a maggior ragione se sono zone di pregio naturalistico.

E proprio per tutelare ambiente e salute questo gruppo di cittadini del Goceano ha chiesto alla Procura di «acquisire tutti gli atti amministrativi e sanitari che possano dimostrare le responsabilità di tutte le autorità preposte alla difesa ambientale». Il rischio per la salute sarebbe reale considerato che «le acque dei ruscelli e delle sorgenti presenti in quel territorio montano – si legge nell’esposto – attraversano centralmente tutta la foresta di Anela unendosi nel loro percorso ad altre acque sorgive e andando a lambire la periferia del paese e sfociando nel fiume Tirso».

Il passo successivo della magistratura è stato il sequestro preventivo dell’area e l’apertura di un’inchiesta.

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