La Nuova Sardegna

verso il referendum

Per il Sì nell’isola sbarca Pera: «Se vince il No si blocca tutto»

 Per il Sì nell’isola sbarca Pera: «Se vince il No si blocca tutto»

CAGLIARI. Ancora un big della politica nell’isola per la campagna referendaria. Ieri a Cagliari è stato il turno di Marcello Pera, ex presidente del Senato, nonché ex uomo di punta di Forza Italia....

30 ottobre 2016
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CAGLIARI. Ancora un big della politica nell’isola per la campagna referendaria. Ieri a Cagliari è stato il turno di Marcello Pera, ex presidente del Senato, nonché ex uomo di punta di Forza Italia. Ma sul referendum costituzionale Pera ha scelto una strada opposta a quella percorsa da Berlusconi, schierandosi apertamente per il Sì. «Non esiste alcuna motivazione, politica e di merito per votare No – dichiara l’ex numero uno di Palazzo Madama, presidente del comitato LiberiSì –. Votiamo sì perché il testo della riforma contiene punti qualificanti, in particolare l'eliminazione del voto di fiducia al Senato che sta diventando ormai un problema insostenibile, e la redistribuzione dei poteri tra lo Stato e la Regione. Sfortunatamente – sottolinea – la campagna referendaria presenta il voto come una scelta contro o a favore il Governo, contro o a favore la segreteria del Partito Democratico, in questo modo si perde il significato importante della riforma costituzionale che, bisogna dirlo, rappresenta un bene per l'Italia».

Sulla legge elettorale come ago della bilancia che influenza le posizioni della minoranza dem, «so che il premier si è detto disponibile a modificarla, ma questo non ha nulla a che fare con una riforma che noi dobbiamo comunque portare a casa perché è attesa da decenni. Non possiamo fermarci con la scusa che la legge elettorale attuale non è adeguata: quella si può facilmente cambiare, la Costituzione no». Se dovesse affermarsi il No, sostiene il politico toscano, i problemi sono dietro l'angolo. «In caso di dimissioni del governo, l'Italia otterrebbe la flessibilità chiesta in questi giorni da Matteo Renzi in Europa?». Quanto ai mercati, «gli investitori stranieri che comprano il nostro debito pubblico, continuerebbero ad avere la stessa fiducia, oppure avremmo difficoltà economiche e finanziarie? C'è speranza se prevale il Sì, ma se il No ha la meglio allora si blocca tutto».

Nei giorni scorsi nell’isola sono sbarcati diversi esponenti del Partito democratico per sostenere le ragioni del Sì. Tra gli altri il ministro Graziano Delrio, il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, il capogruppo al Senato Luigi Zanda e il sottosegretario Ivan Scalfarotto, mentre il No ha potuto contare su due esponenti di punta del Movimento 5 Stelle come Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

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