La Nuova Sardegna

L’isola spazzata dalla bufera: gravi danni e raccolti ko

L’isola spazzata dalla bufera: gravi danni e raccolti ko

Nel Nord Sardegna si contano i danni dopo la tempesta di domenica. Crollato il campanile di una chiesa a Sedini. Coldiretti: raccolto a rischio. Agricoltori in ginocchio nella valle del Coghinas e a Sorso. Chiesto lo stato di calamità naturale

08 novembre 2016
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SASSARI. La conta dei danni è pesante. Il violentissimo nubifragio ha spazzato via aziende agricole, scoperchiato case, chiese e scuole, sradicato alberi come se fossero fuscelli, aperto ferite profonde nelle strade e mandato in tilt impianti elettrici, reti fognarie e collegamenti ferroviari. Un incubo da un capo all’altro dell’isola, con il Sassarese, la Gallura e l’Oristanese particolarmente colpiti. Piogge forti anche nel Nuorese e nel Sud dell’isola, dove si sono sentiti gli effetti del primo vero temporale di stagione anche se le temperature continuano a mantenersi sopra la media. Il giorno dopo la grande paura diversi centri chiedono il riconoscimento dello stato di calamità naturale, molti agricoltori assistono impotenti alla distruzione di raccolti frutto di tanta fatica. Hanno bisogno di una mano per risollevarsi e tentare di ricominciare.

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Carciofaie distrutte. Oltre mille ettari di carciofaie del Nord Sardegna sono stati distrutti dalla violenta ondata di maltempo che ha interessato il territorio nelle ultime 24-48 ore. La stima è dei vertici di Coldiretti sulla base delle segnalazioni fatte dai produttori. I Comuni più colpiti sono Valledoria, Viddalba e Santa Maria Coghinas. In alcuni casi la produzione delle carciofaie è completamente compromessa e in altri sarà ritardata di due o tre mesi.

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Il Sassarese in ginocchio. La Provincia è stata spazzata dalla tromba d’aria. Che ha provocato gravi danni in Romangia, nell’Anglona e nel Meilogu. Soltanto nel comune di Sorso secondo una prima stima i danni agli edifici pubblici ammonterebbero a circa 100 mila euro. Ma sono tantissime le abitazioni private invase dai liquami, così come le principali strade di collegamento tra le frazioni ma anche la provinciale verso Castelsardo. Ingentissimi i danni nelle campagne. Situazione fotocopia in molti altri centri come Ossi e Sedini, dove la tromba d’aria ha fatto crollare il campanile della chiesa campestre di San Pancrazio, architettura del periodo romanico. Paura anche a Cargeghe, dove è crollato il tetto della scuola media: l’edificio è stato dichiarato inagibile e gli alunni sono stati trasferiti. A Ossi è stato chiuso il cimitero: dopo alcuni crolli l’area è stata dichiarata inagibile e non si sa quando potrà essere riaperta al pubblico.

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La Gallura annaspa. L'Alta Gallura è stata colpita pesantemente dalla tromba d’aria. Diversi sono stati i paesi interessati: Nuchis, Tempio, Luras, Sant'Antonio, Bortigiadas. Ieri all’alba è iniziata la conta dei danni per i quali i comuni di Tempio e Luras hanno già inoltrato alla Regione la richiesta dello stato di calamità naturale . A Nuchis i danni maggiori soprattutto nelle campagne. Decine gli alberi precipitati sulle strade diventate impraticabili. A Luras sono state scoperchiate diverse case e per almeno tre ore buona parte del paese è rimasto senza energia elettrica. Chiuse al traffico per diverse ore anche le principali strade di collegamento verso Tempio e verso Olbia.

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Alto Oristanese. Richiesta di calamità naturale anche da parte del piccolo Comune di Boroneddu dove la tromba d’aria e la pioggia hanno devastato il cimitero. Tombe lesionate, loculi a pezzi, il luogo dell’eterno riposo devastato resterà chiuso almeno per una settimana. Ma anche altrove l’eccezionale giornata di maltempo ha lasciato il segno: nelle campagne diversi capannoni sono stati scoperchiati e alcune aziende hanno riportato seri danni. Una stima precisa ancora non è stata fatta ma si parla di decine di migliaia di euro. Anche nei centri limitrofi non si sorride. Ancora ieri i vigili del fuoco erano all’opera sul versante di Sorradile e Tadasuni per ripristinare la percorribilità delle strade trasformate in ruscelli di fango e detriti.

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