La Nuova Sardegna

Insar, posti di lavoro: non sono 500 ma 250

di Alessandra Sallemi
 Insar, posti di lavoro: non sono 500 ma 250

I dati del bando per l’occupazione della spa pubblica sotto tiro per l’abnorme numero di consulenze

11 novembre 2016
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CAGLIARI. Dodici aziende in due anni sono state selezionate dall'Insar per ricevere i fondi del programma Ico, nelle intenzioni della giunta regionale destinati alle piccole e medie imprese, nella decisione della spa pubblica (55 per cento Regione, 45 per cento Italia Lavoro) distribuiti senza un criterio che prendesse in considerazione la dimensione dell'azienda. I bonus per le assunzioni (10 mila euro per lavoratori sopra i 29 anni, 8mila sotto) e i piani di inserimento al lavoro (un tirocinio remunerato) fino a oggi hanno prodotto 250 posti di lavoro effettivi e non 500 come l’assessorato regionale al Lavoro ha sostenuto nella risposta scritta di 16 pagine all’interrogazione firmata nell’aprile scorso da 11 consiglieri.

Nel dettaglio delle assunzioni: 89 sono state fatte nel settore Ict (50 se li sono divisi le multinazionali Accenture e Microsoft) 93 nell’agrolimentare (60 allo stabilimento As do Mar di Olbia, il resto è stato distribuito tra alcune pizzerie), 70 nella nautica. In quest’ultimo settore tre società che, tutte assieme, totalizzano 63 dipendenti e un finanziamento di 250mila euro, si fanno notare per l’assetto proprietario.Termomeccaninca Energia srl appartiene al 92 per cento a Elasto Meccanica srl e per il 7 per cento a una ingegnere con studio ad Assemini. Elasto Meccanica, a sua volta, è al 70 per cento di proprietà della stessa professionista, così come la terza società che ha beneficiato del bando Ico, la Marine Technology Service srl: anche qui la ingegnere di Assemini detiene il 70 per cento delle quote, il resto è diviso tra due persone non note nell’ambiente imprenditoriale sardo. Dalle visure alla Camera di commercio si può constatare che Termomeccanica Energia nasce dalla cessione di una società fallita, la Quasar srl. Tra queste due società ce n’è una terza, la Termomeccanica srl, messa in liquidazione e poi fallita. Marina Service è la più giovane del trio: nasce nel 2014, a ridosso del bando Ico (Iniziative coordinate per l’occupazione). Le vicissitudini di queste società suggerirebbero forse un controllo dell’effettivo impiego dei dipendenti. L’Insar ha attirato l’attenzione del consiglio regionale e dei sindacati per l’abnorme quantità di consulenti (129 nel solo 2015) con incarichi che si ripetono: se il dato dei 500 dipendenti citato dall’assessorato al Lavoro non è infondato, significa che le assunzioni continueranno e, quindi, che la formula del consulentificio è destinata a durare se la stessa Regione fa sapere di ritenere più snello il ricorso a specialisti esterni.

A proposito dei dipendenti che pure l’Insar ha (sono 21), la scelta di non utilizzarli viene puntualmente compiuta anche dall’amministratore delegato, Antonello Melis, il quale risulta essere il responsabile del procedimento (figura che deve seguire passo passo l’istruttoria) di tutti i progetti sovvenzionati. Una scelta inconsueta, ma evidentemente anche questa condivisa dal presidente (espresso da Italia Lavoro) Giuseppe Grillo, e dalla consigliera nominata dalla Regione assieme a Melis, Gabriella Massidda.

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