La Nuova Sardegna

Il rapporto di Legambiente

Oristano città verde è la più vivibile dell’isola

di Claudio Zoccheddu
Oristano città verde è la più vivibile dell’isola

SASSARI. Poche emissioni, aree verdi, raccolta differenziata funzionale, aree pedonali e ciclabili sono i parametri che hanno permesso a Oristano di entrare nella top ten della classifica, stilata da...

15 novembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Poche emissioni, aree verdi, raccolta differenziata funzionale, aree pedonali e ciclabili sono i parametri che hanno permesso a Oristano di entrare nella top ten della classifica, stilata da Legambiente, che mette in fila indiana le città più rispettose dell’ecosistema urbano. In pole postion c’è però Macerata, nelle Marche, che precede un gruppetto di città del nord (Verbania, Mantova, Trento, Bolzano e Belluno) e Oristano, che si è guadagnata l’ottavo posto assoluto nel 23esimo rapporto sulla vivibilità ambientale nei capoluoghi di provincia italiani pubblicato sul Sole 24 Ore.

Più staccati, invece, gli altri capoluoghi delle province storiche della Sardegna. La seconda città per vivibilità è Sassari che si è attestata al 31posto assoluto. Seguono Nuoro, 34esimo posto in classifica, e infine Cagliari, cenerentola sarda che non è andata oltre la 54esima posizione ma che si è tenuta a distanza di sicurezza dal fondo della classifica che, al 104esimo posto, vede la città di Messina.

Il risultato di vertice di Oristano, che ha confermato la posizione d’alta classifica già guadagnata lo scorso anno, è arrivato grazie al secondo posto nella graduatoria delle città con meno emissioni di biossido di azoto (No2), dopo Enna, e al primo di quelle che non superano i 120 microgrammi di ozono per metro cubo, un evento che nella città di Eleonora d’Arborea non è mai accaduto. Anche Sassari è al top della graduatoria della città che vantano la minor presenza di polveri sottili nell’aria.

Le note dolenti arrivano invece quando si parla delle dispersione dell’acqua nella rete idrica. Le città sarde sono una vicino all’altra in fondo alla classifica con valori che definire preoccupanti sarebbe un eufemismo: a Oristano si perde il 55 per cento dell’acqua immessa nelle rete per uso civile, industriale o agricolo. Subito dietro, al 89esimo posto, c’è Nuoro dove scompare il 55,5 per cento dell’acqua. Sassari e Cagliari sono in condizioni peggiori e perdono, rispettivamente, 56,3 per cento e il 59,6 per cento. Un dato che dovrebbe preoccupare e far scattare l’allarme rosso se confrontato con quello che arriva dagli invasi dell’isola, svuotati dalla siccità. Evitare di sprecare la poca acqua disponibile, dunque, dovrebbe essere una priorità. Se ne sono accorti a Nuoro, dove la rete sprecona è tamponata dai cittadini accorti che nel consumo dell’acqua sono i sesti in Italia per numero di litri risparmiati. Anche Oristano è piuttosto oculata (18esimo posto) mentre Cagliari è tra più sprecone e Sassari non ha un dato disponibile per dimostrare il rappoorto tra i cittadini e il consumo d’acqua potabile.

Se la gestione dell’acqua, pubblica e privata, potrebbe e dovrebbe essere sicuramente migliorata, quella dei rifiuti sfiora la perfezione: Nuoro è la città italiana che produce meno rifiuti in assoluto, appena 364 chili all’anno per ogni abitante. Oristano è invece al 26esimo posto con 456 chili all’anno mentre Sassari è 36esima 480 chili all’anno. Meno attenti, infine, i cagliaritani che producono 573 chili di rifiuti ogni anno. Nella raccolta differenziata il 26esimo posto di Oristano è il miglior risultato sardo con il 62 per cento di rifiuti riciclati, poi Nuoro (58,4), Sassari (42,9) infine Cagliari (30,8).

Le città sarde, infine, sono drammaticamente indietro nell’uso di energie rinnovabili con Sassari che comanda la pattuglia ma a distanza di sicurezza dai primi comuni d’Italia. Insomma, migliorare è possibile.

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative