La Nuova Sardegna

Renzi nel mirino: dopo la visita valanga di polemiche

di Claudio Zoccheddu
Renzi nel mirino: dopo la visita valanga di polemiche

Cappellacci, Fi: «Pensa di comprarci con le lenticchie» Maninchedda, Pds: «Perché non riconosce l’insularità?»

19 novembre 2016
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SASSARI. Il viaggio di Matteo Renzi a sostegno del Sì continua lontano dalla Sardegna ma la pioggia delle critiche investe ancora l’isola. La capatina del premier non è piaciuta per nulla al fronte del No che ieri ha attaccato duramente il premier e i suoi sostenitori sardi.

Per Ugo Cappellacci, ex presidente della Regione e coordinatore regionale di Forza Italia: «Se Renzi pensa di comprare il voto dei sardi con un piatto di lenticchie in stile Prima Repubblica è un povero illuso. Basta un semplice calcolo per verificare che il Governo toglie 415 euro l'anno a ogni sardo, con il trucco dei 700 milioni degli accantonamenti. Soldi veri – continua Cappellacci – ma scippati da Roma alle famiglie, alle imprese, ai territori dell'isola. Se pensa di insultare un intero popolo, il 4 Dicembre avrà una sorpresa.

Un attacco durissimo è anche quello arrivato dall’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda: «Nessuno gli ha fatto la domanda che era indispensabile fare: perché ancora oggi il governo italiano non ha avviato alcuna procedura per notificare a Bruxelles che la Sardegna è un’isola? Abbiamo avuto in terra sarda una due giorni dell’italiano più potente e non c’è stato nessuno che gli abbia ricordato che siamo in Italia dal 1861 e la Repubblica non ha mai voluto avviare la procedura per riconoscere le condizioni di svantaggio insulare alla Sardegna».

«È in corso l'attacco più subdolo e senza precedenti all’autonomia della Sardegna, di cui tutte le forze politiche isolane chiedono un rafforzamento mentre invece prosegue l'azione di svuotamento di poteri delle autonomie», lo sottolineano i consiglieri regionali Mario Floris, Marcello Orrù e Giovanni Satta che hanno presentato una mozione per domandare al presidente della Regione di rappresentare al Parlamento, al Governo e alle forze politiche “la conrtarietà della Regione a una riforma che lede i consolidati principi costituzionali di autonomia speciale della Sardegna e che è stata adottata con una procedura illegittima rispetto al dettato costituzionale”.

Chi invece affronta la questione del G7 è invece Antonio Satta, segretario dell’Unione popolare cristiana (Upc): «Per la Maddalena serve un atto riparatore dopo lo scippo del G7 da parte di Berlusconi. Non è mai troppo tardi per ripensare alla scelta di Taormina e utilizzare le strutture pronte dal 2009 nell’isola e che il governo nazionale ha sempre snobbato. Renzi ci pensi perché realizzare un grande evento alla Maddalena sarebbe non solo rendere giustizia a un’intera isola, ma anche a tutto il Sud – continua Satta – non è certo una guerra tra isole ma la rivendicazione di un diritto che tanti di noi in Sardegna hanno dato per acquisito».

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