La Nuova Sardegna

la testimonianza

Parla il figlio della coppia: «Quei proiettili erano per me»

di Angelo Mavuli
Parla il figlio della coppia: «Quei proiettili erano per me»

TEMPIO. «Il primo colpo ha colpito mia madre al ginocchio, il secondo al piede e il terzo all’altezza della scapola. È stato un inferno». Comincia così il drammatico racconto di Massimo Ara che,...

06 dicembre 2016
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TEMPIO. «Il primo colpo ha colpito mia madre al ginocchio, il secondo al piede e il terzo all’altezza della scapola. È stato un inferno». Comincia così il drammatico racconto di Massimo Ara che, poco prima di mezzogiorno, si trovava nella casa di piazza Serra Sirigo, di fronte a dove il padre ha sparato in successione tre colpi che hanno colpito la madre: «Quei colpi – dice il giovane muratore che abita insieme alla moglie in un’altra zona della città e che quotidianamente si recava a trovare la madre – erano rivolti a me. Mio padre ce l’aveva con me e mi voleva uccidere. Circa sei mesi fa, dopo una lite fra lui e mia madre nella loro casa di Valledoria, durante la quale l’aveva brutalmente picchiata, mamma mi avvertì e decisi di portarla con me a Tempio. Dovevo toglierla dalle grinfie di mio padre». Per qualche tempo, secondo il racconto del giovane che fa il muratore e che ha molti amici a Tempio, la madre ha abitato con la sua famiglia. Da qualche mese, però, abitava da sola in una casetta del centro storico, poco lontana da piazza Gallura. Sempre secondo il racconto del giovane, il padre, che da Valledoria veniva spesso a Tempio, chiedeva inutilmente di conoscere il nuovo indirizzo della donna. «Ieri mattina – dice pensoso mentre risponde anche alle domande degli inquirenti che fanno i rilievi – sicuramente mi ha seguito di nascosto e una volta capito dove abitasse, è entrato in azione. Quando è partito il primo colpo – aggiunge Massimo Ara – ho sentito l’urlo di mia madre e mi sono lanciato contro di lui. Ha sparato ancora, forse – afferma nel racconto che ora dovrà passare al vaglio degli investigatori – è il colpo che ha colpito mamma al piede. Sono riuscito a farlo cadere e da terra ha sparato un colpo ad altezza d’uomo, diretto sicuramente a me che lo sovrastavo e che invece ha colpito mia madre. Il resto è la cronaca di quello che avete visto. Ambulanza, medici, spavento, carabinieri, paura, tanta angoscia e tanta rabbia per una storia di cui conosciamo solo la data di inizio». Il giovane si interrompe spesso, per rispondere al telefono a quanti chiedono notizie dell’accaduto, alle domande dei carabinieri che fanno i rilievi o agli amici che distanti dall’abitazione gli chiedono informazioni: «Mi dicono che mia mamma non è in pericolo di vita e che la stanno seguendo in ortopedia. L’importante e che si riprenda. Il resto è ancora tutto da scrivere».

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