La Nuova Sardegna

La Gallura attacca: ora ridateci la Provincia

Serena Lullia
La Gallura attacca: ora ridateci la Provincia

Dal Pd pronta una proposta di legge per far rinascere l’ente abrogato dal referendum del 2012

11 dicembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Morte da referendum. Il no delle urne ha stretto definitivamente i sigilli alla bara della provincia di Olbia-Tempio. Per il territorio del nord est Sardegna un passo indietro nella storia della sua autonomia. La Gallura è di nuovo sotto il controllo dei cugini sassaresi. Ma il partito democratico è pronto a guidare la seconda guerra d’indipendenza gallurese. A gennaio presenterà un disegno di legge per far nascere la provincia del nord-est. Non una battaglia solitaria. Il Pd invoca una grande alleanza con gli altri partiti per scrivere insieme il testo della legge e portarlo all’approvazione in aula.

Proposta a gennaio. L’idea di una legge per far rinascere la provincia uccisa dai no, nasce prima del risultato del referendum. Già ai primi di ottobre il consigliere regionale Giuseppe Meloni aveva annunciato di farsi promotore della proposta nel caso in cui avesse vinto il no. Meloni e il Pd adesso devono dare corpo all’impegno per l’indipendenza. «C’è una soluzione alla situazione attuale che vede questo territorio perdere la sua autonomia e ritornare sotto la provincia di Sassari – spiega –. Ma serve una battaglia comune, senza fughe in avanti. Tutti dobbiamo remare nella stessa direzione. Faccio parte della prima commissione Autonomia, quella in cui la proposta di legge dovrà transitare. Per poter essere discussa deve essere prima calendarizzata. Invito pertanto i miei colleghi galluresi a chiedere di entrare a far parte della prima commissione rinunciando ai posti in altre. Renderebbe più forte la nostra proposta perché sarebbe sostenuta da quattro consiglieri del territorio. Serve l’impegno di tutti, in commissione prima e in Consiglio poi, per evitare che in aula qualche capogruppo chieda il voto segreto per impallinare il nostro disegno di legge».

Deficit di rappresentanza. Alla rinascita della provincia del nord-est dovrà essere affiancata anche una modifica della legge elettorale. «Per affrontare questo argomento si devono mettere da parte astuzie da retrobottega e chiamare le cose con il loro nome – commenta il deputato Gian Piero Scanu –. C’è una deficit di rappresentanza politica in Gallura. Ricordo quando all’indomani delle regionali questo territorio si trovò scandalosamente con due soli consiglieri. Oggi sono quattro, ma a seguito di altre dinamiche, non riconducibili al portato effettivo di quella sciagurata legge. Con Cagliari e Sassari sovradimensionate in termini di rappresentanza. Si è venuta a creare una situazione di gigantismo per alcuni e rachitismo per altri. Per questo occorre rimodulare la legge elettorale e porre fine a questa duplice incongruenza, giuridica e politica. So che questo discorso potrebbe sembrare insaporito, anche se lo considero sgradevole, di campanilismo. In realtà qui c’è solo la necessità di rimettere le cose nei giusti termini». Da partito di governo il Pd lancia poi un richiamo forte alla politica regionale, presidente, giunta e Consiglio perché diano risposte concrete alle richieste della Gallura.

Partiti uniti. Il Pd spera che sotto la bandiera dell’autonomia, quelle dei partiti sbiadiscano. Come accadde per la nascita della prima provincia di Olbia-Tempio. «Questo territorio deve riconquistare la sua identità – sottolinea il consigliere comunale Carlo Careddu –. La battaglia per colmare il deficit di rappresentanza non può che coinvolgere tutto l’arco costituzionale. Nessuno può restarne escluso. Ognuno deve fare la sua parte».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative