La Nuova Sardegna

marco marrone, consorzio di bonifica della gallura

«Molte aziende a rischio: bisogna intervenire»

«Molte aziende a rischio: bisogna intervenire»

SASSARI. «Il paesaggio che abbiamo intorno non racconta il futuro che ci aspetta». Marco Marrone, presidente del Consorzio di bonifica della Gallura, è preoccupato per quello che attende il nordest...

12 dicembre 2016
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SASSARI. «Il paesaggio che abbiamo intorno non racconta il futuro che ci aspetta». Marco Marrone, presidente del Consorzio di bonifica della Gallura, è preoccupato per quello che attende il nordest dell’isola. In un mese il bacino del Liscia ha perso un milione di metri cubi d’acqua, e rispetto allo stesso periodo di un anno fa sono il calo è di 8 milioni. «In tre anni la risorsa presente nella diga si è dimezzata – racconta –. Arriviamo da una stagione molto complicata, affrontata con molta meno acqua rispetto al fabbisogno. Abbiamo dovuto fare le turnazioni, la stagione irrigua è iniziata con un mese di ritardo e terminata con un mese di anticipo. Tutte le aziende sono improntate sull’irriguo, per approvvigionare gli animali con il pascolo o per fare le scorte da tenere nelle stalle. Oggi, però, di acqua ce n’è pochissima e già sappiamo che non potremo irrigare. C’è acqua disponibile solo per gli usi civili, ma in questo modo è a rischio l’intero uso economico, con inevitabili ripercussioni per i settori artigianale, industriale e agricolo».

Per Marrone la situazione è sempre difficile da affrontare, anche a causa dei cambiamenti climatici che hanno condannato la Sardegna a climi sempre più tropicali. «Due anni fa ci siamo resi conto che il crollo era stato drastico, da 90 milioni eravamo scesi a 60. Sono stati gli anni in cui è avvenuto il disastro, le due alluvioni che hanno devastato la Gallura. E sono stati gli anni in cui la piovosità si è spostata verso il mare. Da un vecchio studio emerge che la Gallura ogni anno butta a mare 200 milioni di metri cubi di acqua. Due volte la diga del Liscia al massimo invaso. Bisogna lavorare per fare in modo che una parte di quella acqua non vada dispersa. Esiste uno studio interno presentato alla Regione che ci permetterebbe di recuperare 20 milioni di metri cubi, più o meno quello che c’è adesso nel bacino». E alla Regione Marrone fa appello per superare l’emergenza. «È scontato che in un momento come questo l’uso civile debba avere la priorità, ma bisogna andare oltre la sopravvivenza e ragionare in termini di sviluppo. D’altronde, la diga del Liscia è nata proprio con l’obiettivo di far sviluppare l’agricoltura della Gallura». (al.pi.)

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