La Nuova Sardegna

Via libera alla Finanziaria due mesi per l’ok dell’aula

Via libera alla Finanziaria due mesi per l’ok dell’aula

La giunta approva la manovra da 7,6 miliardi. Ora l’esame del Consiglio Paci: nessun aumento di tasse. E sugli accantonamenti sarà sfida allo Stato

30 dicembre 2016
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CAGLIARI. La Finanziaria è stata approvata, come scontato, dalla giunta. Però il nuovo percorso, tutto trasparenza e dialogo, annunciato dall’assessore al bilancio Raffaele Paci, pare si sia interrotto sul nascere. Dopo il via libera, la Regione ha scelto la strada breve, spiccia del comunicato stampa ed evitato così qualunque domanda su come sono stati distribuiti i 7,6 miliardi a disposizione. Alla fine bisogna fidarsi di quanto scrive l’Ufficio stampa e delle dichiarazioni in calce dello stesso assessore. L’unica giustificazione per il mancato contraddittorio è questa: la Finanziaria, che doveva essere presentata a settembre, è stata licenziata a ridosso di Capodanno e quindi con le valigie ormai pronte in vista del 31. Per capire quali sono le novità, a questo punto, bisognerà aspettare che il documento contabile sia trasmesso al Consiglio regionale e diventi finalmente pubblico. Nel frattempo, la giunta ha autorizzato due mesi di esercizio provvisorio (spese limitate) perché è questo il tempo e forse non basterà neanche per discutere la Finanziaria in commissione bilancio prima e in aula poi.

Le entrate. Ammontano a sei miliardi e 200 milioni quelle dirette della Regione e giratele dallo Stato. Un miliardo e 400 milioni è la quota dei finanziamenti nazionali (605 milioni) ed europei (270 milioni), compresa la prima tranche (241 milioni) del Patto per la Sardegna. Per far quadrare i conti mancherebbero diversi milioni ma il comunicato non svela da dove arriveranno, a meno che non siano fra gli altri finanziamenti statali definiti “a destinazione vincolata”. Poi ci sono i 150 milioni prelevati dal mutuo per le infrastrutture.

Le uscite. Detto che la nota non fa alcun riferimento alla spesa sanitaria, che pure divora dal 45 al 50 per cento del bilancio, l’assessore dichiara: «Sociale e lavoro sono le priorità, ma una grande attenzione è stata riservata anche a cultura, ricerca, università ed enti locali». Confermato che non aumenteranno le tasse e l’imposta per le società, l’Ires, rimarrà la più bassa d’Italia, ecco alcune delle voci: 600 milioni saranno trasferiti ai Comuni e saliranno a 900 milioni con i finanziamenti destinati ai lavori socialmente utili, scuole civiche di musica, musei, pro loco e gestione dei servizi alla persona, i Plus. I milioni per le politiche sociali saranno in tutto 245 fra reddito di cittadinanza, persone affette da handicap gravi e il programma “Ritornare a casa” per i pazienti non autosufficienti. Fra gli stanziamenti per il lavoro: 8 milioni costerà la stabilizzazione dei precari di Forestas, quasi altrettanti sono destinati ai Cantieri verdi e 4,5 milioni a quelli comunali. E ancora: 4,8 milioni per i lavori socialmente utili e 4,4 finanzieranno il non meglio chiarito «Piano a favore dell’occupazione».

Passaggio politico. Nella nota, la giunta dichiara di essere pronta a riaprire la vertenza con lo Stato sugli accantonamenti (680 milioni) che la Sardegna non ottiene perché contribuisce ad abbattere il debito pubblico nazionale. «Sono troppi», è il senso della presa di posizione, perché «abbiamo già pagato di tasca i farmaci innovativi e l’adeguamento dei livelli essenziali di assistenza nella sanità». Per Forza Italia però altro che battaglia: «Sarà un fuoco di paglia». (ua)

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