La Nuova Sardegna

prezzo del latte

«L’Oilos governerà il settore»

Replica della Regione a Coldiretti. La Base punta al prezzo politico

08 gennaio 2017
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SASSARI. «La Regione è pienamente consapevole e sta seguendo con la dovuta attenzione le difficoltà che stanno affrontando i produttori del comparto ovicaprino sardo per colpa del basso prezzo del latte e delle carni di agnello registrato in queste ultime settimane. Si tratta di un monitoraggio costante iniziato diversi mesi fa in cui più volte ci siamo incontrati con i diversi attori della filiera. Proprio perché tutti i portatori di interesse del mondo agropastorale potessero confrontarsi e condividere le migliori strategie avendo dalla loro uno strumento di pianificazione per il medio e lungo periodo, abbiamo lavorato per oltre un anno e mezzo per contribuire alla creazione dell’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo. L’Oilos, nata lo scorso 22 dicembre, è deputata a governare il settore facilitando le relazioni tra produttori e trasformatori con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del comparto con ricadute positive per tutta filiera», dice il vicepresidente della giunta regionale, Raffaele Paci.

Un altro punto di vista arriva da La Base, il movimento di Efisio Arbau: «Serve un intervento immediato della Regione per fissare un prezzo politico per il latte ovino. Pensiamo che non si possa andare sotto gli 80 centesimi al litro. È da tempo che La Base propone, inascoltata da una politica regionale inadeguata sulla materia, il cosiddetto Patto per il latte: un patto tra pastori e trasformatori in attesa di costruire il futuro governo con l’associazione interprofessionale, proposta dal nostro movimento già nel 2013. All’interno del Patto per il latte c’è la soluzione per l’immediato. La crisi è causata da una dinamica al ribasso del prezzo del pecorino romano e su questo bisogna intervenire. La Regione, dopo aver stipulato un accordo con trasformatori e pastori per un prezzo del latte politico per la stagione 2016/17, stabilito a 80 centesimi, acquisisca tutte le scorte di pecorino romano al prezzo del latte con il quale è stato prodotto nella stagione 2015/16, a iniziare da quelle delle cooperative più in difficoltà, e utilizzi, in collaborazione con il Consorzio di tutela del Pecorino romano, queste scorte per fare alcune iniziative utili alla comunità regionale come le misure per la promozione dei prodotti caseari in mercati esteri, il finanziamento dell’educazione alimentare da attuarsi nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle grandi manifestazioni popolari. Solo questa misura garantirebbe una remunerazione che allontanerà dal disastro i pastori e l’economia della Sardegna. Ma serve che la politica faccia la politica e non fugga con finte risposte burocratiche».

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