La Nuova Sardegna

I pastori: la Regione è in ritardo

di Claudio Zoccheddu
I pastori: la Regione è in ritardo

Il Movimento sui finanziamenti annunciati dalla giunta: «Sono utili ma non risolvono il problema»

29 gennaio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Lo scontro sembra inevitabile. Il peccato originale è nel crollo del prezzo del latte ovino ma il battesimo della contesa arriva dopo il fallimento dei tentativi di mediazione e quando le forze in campo sembrano pronte a muoversi ognuna per conto proprio. E così capita che la Regione provi a sedare la protesta con una pioggia di euro che viene annunciata mentre Coldiretti scarica le colpe su Confindustria (che a marzo aveva previsto una produzione di 430 milioni di litri di latte contro i 286,6 contati a ottobre) e proprio quando i pastori snobbano entrambi: Coldiretti e Regione.

«Per quanto riguarda le proposte di contrasto alla crisi del latte da parte della commissione agricoltura e della commissione bilancio – commentano i pastori del Movimento di Felice Floris – le riteniamo utili ma non tempestive per ottenere una soluzione al problema».

Il salvagente della Regione, dunque, non è considerato utile: «Il Movimento propone che venga subito inserito un capitolo di spesa nel bilancio a sostegno del comparto, utilizzando un contributo in regime de minimis di 20 centesimi per ogni litro latte, con riferimento alla passata campagna. Servirebbe poi il pagamento del regresso e l’anticipazione di tutti i pagamenti del 2017. Il blocco dei versamenti Inps e delle cambiali agrarie. Solo con misure di questo tipo possiamo evitare il tracollo di un comparto vitale per l'economia della Sardegna», concludono i pastori. Gli sguardi torvi che volano tra pastori e mondo della cooperazione, rappresentato in questo caso da Coldiretti, sono confermati dalla parole di Fortunato Ladu, pastore e attivista del Movimento: «Per noi sono assenti, come è assente la Regione che ancora non ha un assessore all’Agricoltura nonostante il momento sia delicatissimo. E poi, ignorarci è assurdo. Rappresentiamo 12mila aziende e tra di noi ci sono persone in grado di indirizzare le decisioni politiche nella direzione giusta».

Ladu ha una visione differente anche sui contributi che la Regione sarebbe pronta a erogare: 90,5 milioni di euro tra Psr, indennità compensative, finanziamenti per il benessere animale e l’indennizzo per l’abbattimento delle pecore con più di quattro anni di età: «Magari fosse così. Noi abbiamo altre cifre – commenta – e per quello che ci risulta la Regione sarebbe pronta a farci poco più che un’elemosina che servirebbe a poco. L’abbattimento dei capi di bestiame, poi, è una misura interessante per chi non si occupa di allevamento. Siamo gli unici in Italia a non difendere le tipicità».

L’ultimo capitolo è dedicato al prezzo del l’agnello Igp e del pecorino romano: «Vediamo gli agnelli a pochi euro al chilo e poi nei mercati del nord Italia, solo per fare un esempio, costano dai 20 ai 30 euro al chilo. Stessa storia per il formaggio. Com’è possibile? Se fossimo furbi affideremo i compiti di vigilanza, anche sulle quote latte, a un consorzio di tutela che si occupi anche di multare chi supera le quote».

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative