La Nuova Sardegna

Capitale della cultura Alghero non ce l’ha fatta

di Gian Mario Sias
Capitale della cultura Alghero non ce l’ha fatta

L’annuncio di Franceschini: sarà Palermo a rappresentare l’arte italiana nel 2018 Ma il sindaco non si dispera: «Ora siamo più consapevoli del nostro patrimonio»

01 febbraio 2017
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ALGHERO. Alghero non ce l’ha fatta. Palermo è la Capitale italiana della cultura per il 2018. La Riviera del corallo si è fermata a un passo dal sogno di un’investitura alla quale, piano piano, tutti in città e nell’isola avevano iniziato a farsi la bocca. Invece la palma di capitale della cultura per il prossimo anno va nell’altra isola, in Sicilia, e premia una città su cui non c’è proprio niente da dire. Anzi, il blasone di Palermo in un certo senso mette tutti d’accordo.

Le motivazioni fornite dalla commissione di esperti indicati dal ministero dei Beni e delle attività culturali, che ha richiamato i valori dell’accoglienza e della multiculturalità come fattori decisivi a favore del capoluogo di Regione siciliano, sono un moto di ribellione al quale si unisce tutta l’Italia. Una risposta a un clima internazionale condizionato da troppi proclami di chiusura, di indisponibilità, di egoismo. E invece il ministro Dario Franceschini, in occasione della cerimonia di ieri, ha nominato Palermo. «È la capitale del Mediterraneo», afferma il ministro. «La nostra città ha fatto dell’accoglienza del diverso la propria identità culturale», commenta il sindaco Leoluca Orlando. A queste condizioni, la sconfitta ha un sapore tutto sommato gradevole. Lo confermano le dichiarazioni al miele rilasciate in tempo reale dal sindaco di Alghero, Mario Bruno: «Resta una straordinaria occasione per tenere accesi i riflettori sulle bellezze della Sardegna e della sua città simbolo, Alghero». Ora, è sicuro, «occorre lavorare concretamente alla sua destinazione turistica culturale».

Il sindaco la sua scommessa al buio l’ha vinta. Questa candidatura non era neanche stata vagheggiata, appena otto mesi fa. Invece oggi «c’è una città più viva e consapevole del proprio patrimonio identitario e storico – assicura Bruno – che è custodito nella cultura degli algheresi ed è arricchito dal grande patrimonio architettonico e ambientale». Dopo i complimenti rivolti a Palermo, Mario Bruno guarda avanti: «I nostri progetti inseriti nell’ambizioso “dossier Cultura” rimangono priorità per far risplendere questa città». In ogni caso, Alghero non resta a mani vuote. Anzi: «Resta il progetto, che vogliamo realizzare, e resta la convinzione che Alghero non abbia fatto certo brutta figura», commenta l’assessore comunale della Cultura, Gabriella Esposito. E poi ci sono due buone notizie. «Nel 2019 non ci sarà una capitale italiana della cultura perché Matera sarà la capitale europea in quello stesso anno – prosegue – ma nel frattempo il governo è all’opera per verificare se ci sono gli spazi economici necessari per realizzare i progetti arrivati sin qui».

In più, nell’anno di Matera «le città della short list di cui fa parte anche Alghero saranno coinvolte in una serie di eventi sparsi per il Paese». E comunque, «perdere con Palermo, con motivazioni legate al tema dell’accoglienza, ci può stare», conclude l’assessore. Anche nella Fondazione Meta, la maggior istituzione culturale cittadina, il clima resta sereno. «Il mio programma non cambia, continuiamo a fare quello che dovevamo fare, con lo stesso spirito», dice il direttore Paolo Sirena. «Certo, sarebbe stato bello, ma quanto accaduto in questi mesi ha già avuto un grande ritorno», prosegue Sirena prima di fare una riflessione psicologica. Secondo il manager culturale: «È scattata la molla, Alghero ha riacquistato consapevolezza del fatto che il turismo balneare non è l’unica soluzione. Questa città ha una grande storia e deve ripartire da lì». Per Joan Adell, direttore della sede della Generalitat de Catalunya di Alghero: «È un peccato, è stata davvero una grande occasione, ma si tratta comunque di una esperienza importante per la promozione della lingua e della cultura catalana. Come governo della Catalunya siamo fieri e orgogliosi di essere stati accanto al Comune in una sfida così importante». Franca Masu, maggiore espressione della musica algherese, riconosce «l’altissimo prestigio di Palermo», ma preferisce vedere il buono della vicenda: «Abbiamo un progetto di altissimo livello, che il dialogo cominci».

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