La Nuova Sardegna

La Chiesa: «Lo Stato aiuti i nostri giovani»

di Mario Girau
La Chiesa: «Lo Stato aiuti i nostri giovani»

L’appello dei vescovi al ministro De Vincenti: «Troppi disoccupati, urgente creare occasioni di lavoro»

12 febbraio 2017
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SASSARI. La Chiesa sarda crede nei giovani e punta su di loro. L'ha messo nero su bianco monsignor Arrigo Miglio, presidente dei vescovi dell'isola, sottoscrivendo l'appello-messaggio dei presuli meridionali a chiusura del convegno su "Chiesa e lavoro", realizzato a Napoli l'8 e il 9 febbraio scorsi. «Far leva sui giovani – scrivono i capi delle diocesi – è un atto di lucidità politica, al quale non si vorranno e non si dovranno sottrarre le istituzioni centrali e regionali, deputate a creare le condizioni per incrementare l'occupazione al Sud". Due giorni intensi con gli under 35 protagonisti, per raccontare il dramma del non lavoro, che assilla e soffoca soprattutto il Meridione, ma anche la voglia e le iniziative, alcune vincenti, per creare nuova occupazione. I presidenti di sei conferenze episcopali (Sardegna, Campania, Basilicata, Puglie, Calabria e Sicilia) hanno fotografato la situazione delle propria regione. «Siamo coscienti di non poter risolvere questioni più grandi di noi – ha detto il presidente della Cei, cardinale Bagnasco – ma vogliamo essere vicini alla gente». «Una società che non offra alle nuove generazioni opportunità di lavoro dignitoso non può dirsi giusta», ha detto il Papa nel messaggio inviato ai partecipanti al convegno, tappa importante verso la prossima settima sociale dei cattolici italiani in programma a Cagliari dal 26 al 29 ottobre sul tema "Il lavoro che vogliamo".Negli ultimi cinque anni l'Istat ha contato 1.130.000 meridionali emigrati (circa 12 mila dalla Sardegna), nel solo 2014 sono partite dal Meridione 104 mila persone, il 30% con una laurea in tasca. La Sardegna in questo panorama drammatico si distingue per la disoccupazione giovanile (15-24 anni) prossima al 50%, qualche volta anche oltre; la dispersione scolastica al 24% (in Europa intorno al 10%); ragazzi che non studiano o lavorano 34%. Una fotografia dell'isola scattata da monsignor Arrigo Miglio davanti al Ministro della Coesione e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, e al commissario europeo per la politica regionale, Corina Cretu. «I dati del malessere occupativo - ha detto Miglio - in qualche territorio sardo sono costanti da 25 anni, segno che una generazione non mai conosciuto il bene del lavoro". Il presidente dell'episcopato sardo ha ricordato l'impegno della Chiesa per creare occupazione: il progetto "Policoro" negli ultimi tre anni ha generato una decina di iniziative imprenditoriali; i protocolli d'intesa con la Regione per gli "itinerari dello Spirito" e la collaborazione nei settori dei beni culturali, promozione e inclusione sociale. Nel recupero del patrimonio artistico la Chiesa sarda, con l'aiuto della Cei, negli ultimi 5 anni ha investito 48 milioni, che hanno occupato 1393 persone: un totale di 877 mila giornate di lavoro. “Il prestito della speranza", attivato dalle Caritas delle diocesi sarde, in quella di Cagliari tra il 2010 e il 2016 ha finanziato 455 famiglie (importo massimo 7.500 euro) e 54 imprese (25 mila euro).

Anche la Chiesa sarda da Napoli ha fatto appello alle istituzioni perché sulla disoccupazione si intervenga "con urgenza e concretezza, mediante politiche appropriate. Oggi più che domani. «Perché domani - hanno sottolineato i vescovi - sarà troppo tardi».

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