La Nuova Sardegna

Luoghi del cuore, sette tesori sardi nella classifica italiana del Fai

di Claudio Zoccheddu
Luoghi del cuore, sette tesori sardi nella classifica italiana del Fai

I guerrieri nuragici di Mont'e Prama all’undicesimo posto, la chiesetta di Balai è sedicesima. L’isola ha 7 piazzamenti tra i primi 100. Vince il castello toscano di Sammezzano

25 febbraio 2017
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SASSARI. Sono sette nei primi cento. I luoghi del cuore dei sardi hanno scalato la classifica del Fai, il fondo italiano per l’Ambiente, andando a occupare posizioni nobili della graduatoria dei beni naturalistici, archeologici e architettonici da non dimenticare. L’idea di base, infatti, richiama “l’amore per i luoghi che amiamo e il desiderio di proteggerli per il futuro”.

La lista è aperta dal bellissimo castello di Sammezzano a Reggello, in provincia di Firenze, che ha ottenuto più di 50mila voti. La delegazione sarda è ben rappresentata parte dall’undicesima posizione assoluta guadagnata dai ventisette giganti di pietra rinvenuti nella collina di Mont’e Prama, la casa delle statue nuragiche che riaffiorarono nel 1974 nel Sinis di Cabras e che sono state recentemente restituite alla collettività, dopo un inspiegabile oblio lungo più di trent’anni, grazie al restauro e a un’esposizione museale divisa tra Cagliari e Cabras. Al sedicesimo posto assoluto, seconda tra i luoghi del cuore della Sardegna, c’è la chiesa di San Gavino a Mare di Balai, a Porto Torres, che fu eretta intorno al 1850 in uno scoglio a picco sul mare del golfo dell’Asinara e che è dedicata ai patroni di Porto Torres: Gavino, Proto e Gianuario. La chisetta riveste una funzione importante per la comunità perché è il punto di arrivo della processione del 3 maggio, quando si celebra la festa patronale.

Al 35esimo posto c’è l’Istituto minerario Giorgio Asproni di Iglesias, la scuola per i capi minatori e capi officina nelle miniere fondata nel 1871 per volontà del ministro delle Finanze, Quintino Sella. La scuola di Iglesias è seguita al 59esimo posto dal Santuario internazionale per i cetacei che si estende tra Sardegna, Liguria e Toscana: uno spazio marino unico al mondo istituito nel 1999 per la tutela di migliaia di cetacei. Leggermente più indietro, al 76esimo posto, c’è la necropoli di Mandra Antine, a Thiesi, in cui tra le quattro sepolture spicca la “tomba dipinta”, famosa per la raffinatezza dei motivi simbolici e architettonici che la decorano. Al 92esimo posto c’è il Semaforo di Capofigari a Golfo Aranci, un’antica fortezza militare in cui Guglielmo Marconi, nel 1932, scrisse una pagina importantissima delle comunicazioni radiofoniche inviando segnali a onde corte che furono ricevuti dall’osservatorio geofisico di Rocca di Papa, a Roma. L’ultimo luogo del cuore sardo, in 95esima posizione, è il Monte Corona Alva di Ozieri con le sue Domus de janas scavate nella cima della suggestiva collina.

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