La Nuova Sardegna

Artigiani: il turismo tira, l’edilizia è ferma

Artigiani: il turismo tira, l’edilizia è ferma

Nel report annuale di Cna per la prima volta in sette anni i timidi segnali di una ripresa economica

05 marzo 2017
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Per la prima volta da sette anni a questa parte, gli artigiani della Sardegna che confidano nell’incremento della loro attività nell’anno appena cominciato sono di più degli operatori che temono una ulteriore flessione. Il dato (30 per cento) arriva dal 7° rapporto congiunturale sulle imprese artigiane dell’isola, condotto su un campione di 700 aziende da Cresme ricerche per conto di Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato. Ieri il rapporto è stato presentato al convegno “Imprese e politiche ai tempi della crisi” dal presidente Cna, Pierpaolo Piras, ed è emerso un quadro ricco di aggettivi quali “timido”, “leggero”, “lieve”: una ripresa economica nel 2017 si intravede, ma non in tutti i settori, riguarda soprattutto le aziende più grandi in un sistema che resta fragile e infatti, nell’elenco delle criticità che secondo gli artigiani ostacolano la ripresa, al primo posto c’è ancora la crisi generalizzata e al secondo la pressione fiscale. Una nota interamente positiva arriva dal turismo: nel 2016 è stato migliorato il record 2015 di 2 milioni e 600 mila presenze (metà stranieri) nelle strutture ricettive, il calo di 300 mila passeggeri negli aeroporti di Alghero e Cagliari è stato compensato dalla crescita del traffico di Olbia. Si è rianimato il mercato delle compravendite di abitazioni (cresciute del 19 per cento). Nonostante la morìa tra il 2008 e il 2016 che ha colpito 7mila imprese, l’artigianat sardo con le sue 35.974 aziende resta il 25 per cento del totale delle imprese attive, circa il 17 per cento del Pil regionale, un volume d’affari complessivo stimato in 5,6 miliardi di euro. Sono di meno le imprese artigiane (10 per cento) che lamentano un peggioramento delle condizioni del finanziamento bancario, ma nell’indagine è emerso che, per le aziende di piccole dimensioni, da parte delle banche c’è ancora una certa “prudenza” sostanziata nella richiesta di maggiori garanzie sui prestiti già concessi (24 per cento) e nell’aumento del margine della banca sui prestiti già concessi (quasi metà degli interpellati). Le costruzioni sono ancora in sofferenza con 265 imprese in meno nel 2016 rispetto al 2015, le imprese iscritte a procedure per fallimenti ecc. sono aumentate di nuovo: sarebbero più delle 307 del 2014. Il tema per l’isola è doloroso, tra il 2009 e il 2014 il numero dei fallimenti era cresciuto del 175 per cento e fu il dato record fra le regioni italiane. Nel 2016 le esportazioni verso l’estero sono diminuite (compreso il petrolchimico) e sorprende trovare anche i prodotti enogastronomici (11 per cento in meno). Antonio Mura del Cresma ha spiegato che solo il 22 per cento del campione segnala investimenti significativi, il 50 per cento in prospettiva non considera l’innovazione come necessaria. Dopo i dati è stato il momento del dibattito sul «che fare» cui ha partecipato anche l’economista Beniamino Moro. La richiesta di Cna l’ha espressa con chiarezza il segretario regionale, Francesco Porcu: «Gli strumenti su cui puntare sono le risorse europee, bisogna far correre la spesa e dar corso agli investimenti aprendo i cantieri. Per Master plan e Patto per il Sud si faccia nel biennio un cronoprogramma». (a.s.)

In Primo Piano

Video

Stefano Cherchi addio: a Sassari l'applauso della folla commossa per il fantino morto in Australia

Le nostre iniziative