La Nuova Sardegna

Primarie Pd, Sanna a Cucca facciamo un passo indietro

Primarie Pd, Sanna a Cucca facciamo un passo indietro

È l’appello del candidato dei soriani alla segreteria dopo il ritiro di Marcialis Oggi Pigliaru presenta i quattro nuovi assessori ma le polemiche continuano

06 marzo 2017
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CAGLIARI. Se la telenovela del rimpasto è arrivata all’ultima puntata, questa mattina il presidente Francesco Pigliaru presenta i nuovi assessori, un’altra sta per cominciare. È quella che ha come sceneggiatura le primarie del Pd per l’elezione , il 30 aprile, del segretario regionale. Con ordine, per evitare di non mantenere il passo con le notizie.

Primarie in forse. Partite sottotono, in Sardegna, le primarie del Pd rischiano di trasformarsi in un rebus. Uscito dalla contesa il candidato della Sinistra Dem Yuri Marcialis, che ha aderito al movimento dei fuoriusciti, i Democratici progressisti di Bersani e più, le carte si sono rimescolate all’improvviso. La Sinistra interna è rimasta senza un candidato per la segreteria e il regolamento le impedirebbe, almeno così pare, di sostituirlo. Ma ecco la mano tesa di Francesco Sanna, indicato a suo tempo dalla corrente dell’ex presidente della Regione Renato Soru. Se davvero non ci fosse la possibilità di sostituire Marcialis, Sanna si dice pronto a fare anche lui un passo indietro, però lo deve fare anche Giuseppe Luigi Cucca, scelto invece dai renziani sardi e dagli ex Diesse per correre alle primarie. «Ora senza più un proprio candidato – scrive Sanna – credo che questa componente del partito, che ringrazio per non aver seguito Marcialis nella scelta sbagliata di lasciare il Pd, debba essere messa nelle condizioni di essere comunque protagonista. Per questo, qualora il regolamento non lo prevedesse, mi rendo subito disponibile a ritirare la mia candidatura, se anche Cucca fosse della stessa idea». Perché se martedì – giorno in cui è stata convocata la commissione regionale per il congresso - ci fosse il contemporaneo ritiro di Sanna e Cucca, le primarie dovrebbero per forza ripartire da zero. Con questo possibile scenario: le tre correnti – soriani, renziani-ex Diesse e Sinistra Dem potrebbero fra qualche settimana ripresentare i lrispettivi candidati, cioè Sanna, Cucca e l’eventuale sostituto di Marcialis. Ma è ancora Sanna a lanciare un’altra proposta: «Se il congresso dovesse ripartire – scrive – comunque inviterei tutti a cercare, in una situazione politica oggi diversa e molto più grave di un mese fa, una soluzione unitaria per il Pd sardo». È un appello, quello all’unità, che potrebbe far breccia in un partito sotto choc dopo la scissione e, soprattutto a Roma, diviso fra Renzi e gli altri candidati alla segreteria nazionale. Il Pd sardo, è l’auspicio, invece di continuare a farsi del male, potrebbe scegliere una gestione unitari finora impossibile.

Pigliaru-bis. Alle 10.30, a Villa Devoto, il governatore chiuderà una delle partite più difficili, sotto l’aspetto politico, dalla vittoria alle regionali del 2014. Al suo fianco, ci saranno i quattro nuovi assessori: Barbara Argiolas del Pd- corrente Soru al turismo al posto di Francesco Morandi del Centro democratico-Campo progressista, Pier Luigi Caria, Pd-area Renzi, all’agricoltura che subentrerà ad Elisabetta Falchi, che si è dimessa a dicembre dopo l’uscita dalla maggioranza dei Rossomori. Poi Filippo Spanu, promosso da capo di gabinetto del governatore ad assessore agli affari generali, al posto di Gianmario Demuro, anche lui dimissionario a dicembre ma dopo la sconfitta del Sì nel referendum costituzionale. Infine, Giuseppe Dessena alla cultura, È stato indicato dal gruppo degli ex Sel prossimi all’adesione al Movimento dei Democratici progressisti e succederà a Claudia Firino, anche lei ex Sel ma entrata a far parte del Campo progressista, capeggiato in Sardegna da Luciano Uras e Roberto Capelli. A proposito di Capelli, che nei giorni scorsi aveva definito «irricevibile questo rimpasto», ha lanciato un siluro contro il vicepresidente della giunta Raffaele Paci. «Ha avvelenato – scrive – i pozzi tra i partiti della coalizione di centrosinistra» fino a considerarlo l’ispiratore della Pigliaru-bis. La risposta di Paci è stata secca: «Dall’inizio della legislatura, mi sono sempre impegnato per unire la maggioranza. L’ho fatto e continuerò a farlo al fianco del presidente Pigliaru».

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