La Nuova Sardegna

Pecorino, bando con “scippo” l’isola furiosa con il ministro

Pecorino, bando con “scippo” l’isola furiosa con il ministro

Solo 3,5 milioni di euro per il Romano: il Pd sardo ne aveva chiesti 10, Martina ne aveva garantiti 4,5 Il caso sollevato da Maninchedda. All’attacco anche il dem Marrocu: hanno vinto le lobby emiliane

09 marzo 2017
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SASSARI. Il ministro Maurizio Martina aveva annunciato 4,5 milioni di euro da destinare al Pecorino romano nel bando per gli indigenti. I sardi del suo Pd avevano alzato la posta e gli avevano chiesto di incrementare il budget a 10 milioni. Un appello che, a quanto sembra, ha sortito l’effetto contrario. Al Pecorino romano sono stati destinati poco più di 3,5 milioni di euro. Uno in meno di quelli previsti per grana e parmigiano. Una decisione che ha scatenato forti mal di pancia nell’isola. Anche tra chi è vicino allo stesso ministro.

I fondi. La determinazione di Agea sulla fornitura dei formaggi Dop prevede uno stanziamento di 12 milioni 980mila 750 euro più Iva. La cifra, come si desume dal testo del provvedimento esaminato dal notiziario Chartabianca, è divisa in due lotti: in quelli 1 e 2 sono compresi grana e parmigiano - il 55 per cento del quantitativo totale offerto - e l’Asiago ai quali è destinato uno stanziamento di 7.430 euro a tonnellata; e i lotti 3 e 4 con Pecorino romano - 55 per cento - e Provolone Valpadana dolce a un prezzo massimo di 6.520 euro a tonnellata. Per il Pecorino, dunque, lo stanziamento è anche inferiore rispetto a quelle che erano le previsioni più pessimistiche.

Maninchedda. Il primo a lanciare l’allarme, nelle scorse settimane, era stato l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, che aveva criticato le sperticate lodi a Martina. «Non dobbiamo ringraziare nessuno. Si fraintende un'elemosina, per di più ingiusta, con un beneficio fondato sul diritto». E ieri Maninchedda è tornato sull’argomento. Lo ha fatto sul suo blog, e con il suo solito stile. Ha ricordato le promesse del ministro, gli applausi ricevuti, e anche la battaglia del Pd sardo per un raddoppio del budget. «La morale è: mai più chiedere, sempre di più fare».

Lobby emiliane. In cima alla lista dei delusi c’è il deputato Siro Marrocu, che si era battuto per riservare più soldi al formaggio ovino. «Rammaricato e un po' offeso – afferma il parlamentare –. Abbiamo tentato fino alla fine di intervenire con il ministro perché ci fosse una corsia privilegiata per il Pecorino. Alla fine hanno prevalso le lobby più forti dal punto di vista politico ed economico come le Dop emiliane».

Coldiretti. All’attacco del governo anche la Coldiretti. «È l'ennesima brutta notizia per i pastori e per tutta l'agricoltura sarda perché non emerge da parte delle istituzioni la giusta attenzione al dramma che stanno vivendo – attacca il presidente Battista Cualbu –. Come promesso, con queste condizioni, a breve bloccheremo la Sardegna con i trattori. La crisi agricola non è nell'agenda delle priorità». Secondo Cualbu, «molto deriva dalle divisioni locali, dall'assenza di una posizione forte e univoca, dalla mancanza di trasparenza e quindi dei dati, sulle produzioni e sulle eccedenze e inoltre anche dal tentennamento della politica regionale che ancora oggi non ha adottato misure straordinarie per una crisi straordinaria».

Il Consorzio. Anche il presidente del Consorzio del Pecorino romano, Salvatore Palitta, coattacca il governo. «Avevo preannunciato tempo fa che fosse in atto uno scippo. Oggi ne abbiamo avuto la prova ma è avvenuto anche peggio di quello che sospettavamo. Non sono state rispettate le promesse fatte dal ministro quando parlava di 8 milioni, oggi ne vengono assegnati solo 3,5 per un danno ai sardi enorme. Oggi paghiamo il fatto che in Sardegna non si fa squadra come si era visto in campagna elettorale per il referendum questo è il benvenuto che il ministro ha riservato al nuovo assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria». (al.pi.)

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