La Nuova Sardegna

SASSARI. La mascotte della nuova leva di agricoltori ha solo 18 anni, e un esame di maturità ancora da sostenere. Ma Riccardo Loi nei 21 ettari di Rumanedda, nella campagne di Sassari, sarà un gigante. Anzi, a esserlo saranno i bambù che vuole coltivare. Nulla dell’azienda che ha in mente sarà improvvisato.

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Con decisione, dice: «Ho preso contatto con il Consorzio che importa semi di bambù in Italia e presto li pianterò». Ad aiutarlo saranno gli zii: sono stati loro a trasmettergli la passione per l’agricoltura. Il papà fa tutt’altro, lavora in banca, mentre la madre – come dice lui con simpatia – «si occupa di tutto in casa».

Fra cinque anni, annuncia sicuro il primo raccolto di questi lunghi bastoni, arrivano fino venti metri d’altezza, che valgono una fortuna. Nel far di conto, Riccardo è sveglio: «Ogni ettaro di bambù tagliato è pagato 17mila euro. È una materia prima che ha un mercato eccezionale e infinito: dal tessuti ai mobili, all’edilizia. Sì, sarà un bell’affare». Poi ci sono i germogli e le foglie, due prelibatezze per vegeteriani e vegani. Del bambù gigante potrebbe parlare per ore: «Non si butta niente, l’ho scoperto su Internet, ed è un po’ come per il maiale». Non lo dice a caso: la porcilaia all’area aperta è il suo secondo progetto che ha conquistato l’Agenzia Laore, proprietaria del terreno che ha avuto in concessione.

Riccardo Loi non ha paura neanche di crescere in fretta: «Lavorare non mi spaventa. Sarà dura, ma sono pronto». E se qualcuno prova a insinuargli il dubbio che i bambù giganti sono una follia, la sua riposta è sempre una sola: «Chissenefrega del resto, io da grande voglio essere un imprenditore agricolo».