La Nuova Sardegna

«Una scappatella? Non c'è niente di male», il tribunale ecclesiastico annulla 92 unioni

«Una scappatella? Non c'è niente di male», il tribunale ecclesiastico annulla 92 unioni

Nel 2016 in Sardegna 124 cause. Nella maggior parte dei casi gli sposi sono andati all'altare senza essere pienamente consapevoli di quello che stavano facendo. Per alcuni tradire il coniuge non è peccato

11 marzo 2017
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CAGLIARI. Centoventiquattro cause e novantadue matrimoni diventati nulli in Sardegna nel 2016. La maggior parte, circa il 50 per cento, ha chiesto al tribunale ecclesiastico regionale di azzerare tutto perché uno dei coniugi è andato all'altare senza sufficiente discrezione di giudizio. Cioè si è sposato senza aver capito bene quello che stava facendo. Ma i giudici hanno dovuto anche rilevare qualche volta che sposo o sposa non avevano chiari alcuni concetti chiave. Ad esempio che per la Chiesa il matrimonio non ammette che qualcuno possa escludere a priori la possibilità di avere figli. E qualcuno è andato davanti al parroco e ha detto sì convinto che il matrimonio si potesse interrompere da un momento all'altro (non era chiaro il concetto di indissolubilità), magari convinto che tradire il partner (nebuloso il concetto di fedeltà) non fosse chissà quale peccato.

Sono i principali dati relativi alle sentenze sulle dichiarazioni di nullità dei matrimoni in Sardegna presentati oggi a Cagliari nel corso dell'inaugurazione del tribunale ecclesiastico regionale. Altre cause principali: la violenza morale (si è dimostrato che qualcuno si è sposato più per paura che per amore) o la palese incapacità, presente e evidente prima del fatidico scambio di anelli, ad assumere gli oneri che il matrimonio comporta. Non tutti i capi proposti hanno la stessa dimostrabilità. I capi di nullità che sono risultati più favorevoli, in quanto processualmente più facilmente dimostrabili, rimangono il difetto di discrezione di giudizio (l'88% di esito affermativo) e di seguito l'incapacità ad assumere gli oneri coniugali (il 76% di esito affermativo), l'esclusione della prole (il 77% di esito affermativo), e dell'indissolubilità (il 74% di esito affermativo).

Continua l'accelerazione nella trattazione delle cause: nel 2016 la sentenza è stata emessa in meno di due anni dall'introduzione in poco meno della metà dei casi. Ma in alcuni casi tutto si è risolto anche nel giro di tre mesi. Costi? Anche zero, come è capitato per 45 coppie dal reddito troppo basso. Presente all'inaugurazione anche l'arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Che, sulla scia delle parole del Papa, si è soffermato sulla necessità di fare attenzione ai problemi delle coppie. Non solo pacche sulle spalle: presto potrebbero diventare realtà i centri di ascolto nelle Diocesi e nelle parrocchie per i coniugi in difficoltà. Insomma, non solo i consigli del parroco o del prete amico di famiglia, ma dei veri e propri esperti per dare una mano. (Stefano Ambu - ANSA).

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