La Nuova Sardegna

incontro a san nicolÒ arcidano

I Rom: stop all’emarginazione

di Michela Cuccu
I Rom: stop all’emarginazione

Nasce l’associazione Dosta per favorire l’integrazione

12 marzo 2017
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ARCIDANO. Sono arrivati da tutta la Sardegna: dai campi rom di Porto Torres e di Selargius, Monserrato, Cagliari e San Sperate. Riuniti per dire «Dosta», che nella lingua romanì significa basta. Basta con l’esclusione e l’emarginazione: chiedono di dialogare con le istituzioni e non più attraverso il pur importante filtro delle organizzazioni che della loro condizione si sono sempre occupate. I rappresentanti dei campi presenti in Sardegna si sono trovati a San Nicolò Arcidano, paese dove ha sede uno dei più importanti campi dell’isola.

Nella sala del centro comunale polivalente, accolti dal capogruppo di minoranza Giancarlo Deligia, hanno gettato le basi per il nuovo organismo. «D’ora in poi vogliamo essere protagonisti non più unicamente destinatari passivi delle politiche di inclusione», dice Majkon Suleymanovic, 28 anni, arrivato da Monserrato «Prima però dobbiamo superare la divisione e la difficoltà di dialogo che esiste fra un campo e l’altro. Insomma: solo uniti si può contare e costruire un futuro possibile». Futuro possibile è una parola importante per la comunità rom che in Sardegna conta non più di 1400 persone, la gran parte residente in undici campi sosta. «I giovani nei campi non ci vogliono più vivere», spiega Sabrina Milanovic, 27 anni, di San Nicolò Arcidano. Rom di seconda generazione, è nata qui. «Sono cittadina italiana come la gran parte di noi – spiega – nonostante ciò crearsi una vita al di fuori del campo è quasi impossibile. Il primo ostacolo è la difficoltà di rendersi economicamente indipendenti». Il lavoro è il problema più serio. «Se è difficile trovarlo in generale, per noi lo è almeno il doppio», racconta Teresa Suleymanovic, 21 anni, di Selargius. Teresa è diplomata all’istituto Alberghiero (in Sardegna solo due rom sono riuscite fino ad ora a conseguire la maturità). Spiega di aver un buon curriculum con stage formativi svolti in alcuni dei più prestigiosi hotel della Sardegna. «Eppure – dice – ogni volta che sostengo un colloquio di lavoro, quando leggono il mio cognome la risposta è sempre “le faremo sapere”». Ratko “Boban” Halilovic, presidente della neonata “Dosta”, conferma «Fra noi sono rari coloro che riescono a trovare un lavoro dipendente, gli unici spazi continuano ad essere la raccolta del ferro e degli oggetti usati». Il lavoro non è l’unico ostacolo da superare. «Soprattutto gli anziani, spesso analfabeti, hanno difficoltà a capire il limite dei doveri e dei diritti – aggiunge Sabrina Milanovic – per questo il primo passo sarà organizzare incontri informativi in collaborazione con l’Asce che ci ha sempre affiancati». Antonello Pabis, presidente dell’Associazione sarda contro le emarginazioni spiega: «La conoscenza delle regole serve a evitare situazioni che hanno dell’incredibile. I regolamenti dei campi, imposti dalla amministrazioni comunali precludono persino la possibilità di ospitare familiari in caso di emergenza, come è accaduto alla coppia di Oristano che era andata per qualche giorno a Monserrato per far curare la figlioletta all’ospedale Microcitemico».

Emanuele Cera, sindaco di San Nicolò Arcidano, vede nella neonata associazione una grande opportunità. «Il dialogo con i Rom da noi c’è sempre stato, ma se saranno loro a proporre e rivendicare alla Regione leggi più aderenti alla realtà, che non li considerino più nomadi ma cittadini con gli stessi bisogni di tutti, sarebbe una grande conquista».

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