La Nuova Sardegna

Cala la produzione del miele, è allarme

Cala la produzione del miele, è allarme

La flessione è causata dallo spopolamento degli alveari: in Sardegna sono circa 50mila. Il settore chiede interventi

28 marzo 2017
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ORISTANO. Lo spopolamento in Sardegna è un problema che investe i paesi dell’interno, ma non solo. Anche gli alveari si spopolano e questo incide in modo negativo sulla produzione di miele. Dei problemi del settore hanno parlato a Tramatza, in un convegno organizzato dal dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, venti relatori provenienti dallo stesso ateneo e da quelli di Napoli Federico II, Catania, Palermo, oltre agli esperti del Cnr di Portici e di Agris Sardegna.

Negli ultimi anni si è registrata in Italia una sensibile flessione della produzione di miele proprio per lo spopolamento degli alveari causato da problemi di natura patologica e ambientale: in particolare dai nuovi fitofagi che minacciano gli eucalipti che costituiscono, nel Mediterraneo e anche a livello mondiale, una delle più importanti risorse di interesse apistico e per la produzione di miele. Solo in Sardegna gli eucalipti occupano una superficie di 22.000 ettari, distribuiti, in prevalenza, nella province di Oristano e di Cagliari.

Insomma, il settore è investito da una serie di criticità che per essere risolte richiedono la collaborazione di diversi enti. Secondo Pietro Luciano, professore di Entomologia, «gli apicoltori sono una categoria professionale molto attenta, sia alla sanità dei loro alveari che alla sanità delle piante sulle quali le api vanno a bottinare, ma questa loro attenzione deve essere poi corroborata dagli interventi». Il docente ha spiegato che per ottenere dei risultati soddisfacenti è però necessario che gli apicoltori siano affiancati dalle istituzioni di ricerca e dagli enti pubblici. Dal 2010 un nuovo parassita degli eucalipti, la psilla lerp Glycaspis brimblecombei, è stato rilevato in Italia. Questo parassita di provenienza australiana (come anche la pianta stessa) rappresenta la minaccia più grave per gli eucalipti nell’area Mediterranea. Il passaggio del parassita si manifesta con delle secrezioni bianche sulle foglie. I danni causati comprendono la diminuzione delle attività di fotosintesi che fa ingiallire le foglie e, nei casi più gravi, alla morte della pianta. La diffusione di questo parassita potrebbe essere contrastata dallo Psyllaephagus bliteus Rick, un parassitoide endofago che rappresenta il miglior nemico naturale della psilla lerp. Tuttavia sarebbero necessari altri accorgimenti per contrastare in modo efficace il parassita. L’ostacolo più grande all’introduzione di questa contromisura naturale è però di origine burocratica: in Italia manca una legislazione per gli interventi della cosiddetta “Lotta biologica classica”, ovvero degli interventi che ristabiliscano situazioni di equilibrio con l’utilizzo di antagonisti naturali a cui si fa ricorso per contrastare organismi dannosi che non si riesce più a debellare. Proprio la mancanza di una legislazione efficiente rende il territorio italiano vulnerabile a gravi danni ambientali che possono essere causati dall’introduzione accidentale di insetti e di altri organismi dannosi. Ecco quindi che dal settore dell’apicoltura si leva una richiesta di intervento. L’apicoltura italiana ha un patrimonio di 1.127.000 alveari e di 70mila apicoltori. Gli apicoltori sardi sono circa 2mila con 50mila alveari e una produzione media di 20 chili di miele per alveare. Costituisce un settore rilevante per l’agricoltura e l’economia italiane.

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