La Nuova Sardegna

In fiamme la Panda del vicesindaco

di Elena Corveddu
In fiamme la Panda del vicesindaco

Danneggiata l’auto di Giovanni Canu, ex carabiniere

06 aprile 2017
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ESPORLATU. Ancora una volta gli amministratori finiscono nel mirino. Un nuovo attentato contro un esponente politico. La vittima è il vicesindaco di Esporlatu, Giovanni Canu. «Sono amareggiato e dispiaciuto». Queste le sue parole a caldo. Nella notte ignoti hanno bruciato la sua macchina, una Fiat Panda. «Sono in politica da quattro legislature e mai in questi anni ho ricevuto minacce, né mai subìto danni – spiega –. Se ci sono problemi, se qualcuno ha bisogno di chiarire qualcosa io sono disponibile e aperto al dialogo».

Una dichiarazione con cui il vicesindaco, carabiniere in pensione da appena un mese, lancia un accorato appello all'autore del gesto intimidatorio. Non sembrano esserci dubbi sulla matrice dolosa del rogo. Allo scattare dell'allarme sono intervenuti i vigili del fuoco di Nuoro che hanno impedito che le fiamme si estendessero. Le indagini sono svolte dai carabinieri di Benetutti e dal comando di Bono. «Sono fiducioso nel lavoro delle forze dell'ordine – aggiunge Canu –. Ritengo di aver sempre fatto del bene sia come amministratore che come comune cittadino. Il confronto e il dialogo sono l'unica soluzione ai problemi. Questo è un gesto vile».

Un paese in tensione. Il vice sindaco però non è l'unico bersaglio degli atti intimidatori che hanno colpito il piccolissimo centro del Goceano che conta appena 400 abitanti. Nello stesso giorno sono stati tagliati gli alberi da ulivo di proprietà del consigliere Ivo Canu. «Un gesto – afferma il sindaco Francesco Furriolu – che deve essere interpretato come una minaccia». Il sindaco stesso, a gennaio, è stato vittima di un attentato. Ignoti hanno dato fuoco la serranda del garage della sua casa.

Un gesto intimidatorio rimasto senza colpevoli. «Nel paese di Esporlatu viviamo tranquilli, cerchiamo di darci una mano a vicenda, ma adesso la situazione è degenerata – continua il sindaco –. Stiamo vivendo un momento di assoluto degrado. Come amministrazione comunale abbiamo cercato, dal nostro insediamento in poi, di aggregare la popolazione incentivando, per quanto possiamo, la socialità e la convivialità».

E sulle vicende interviene anche Daniele Cocco, consigliere regionale e sindaco di Bottidda, che ben conosce il territorio del Goceano e vittima, nell'aprile dello scorso anno, di un attentato rimasto misterioso nella sua abitazione a Nuoro: «Ormai lo stillicidio degli attentati agli amministratori locali sembra diventato processo ineludibile – denuncia – rispetto al quale le risposte serie continuano a mancare. Era stato il ministro Alfano in una sua vacanza in Sardegna a prendere impegni chiaramente disattesi. Lo Stato ha agito chiudendo la caserma di Burgos e la scuola di polizia di Foresta Burgos». E termina lanciando una provocazione: «Credo che non rimanga altro da fare che consegnare le chiavi dei Comuni con le fasce tricolori a coloro che si ergono a rappresentati dello stato italiano a Roma. La solidarietà in questo caso all' amico Gianni Canu credo possa servire veramente a poco».

La lunga scia di attentati. L’ultimo atto intimidatorio meno di una decina di giorni al sindaco della Maddalena Luca Montella. La media è di un atto intimidatorio al mese con un’accelerazione vertiginosa in questo 2017. A marzo un attentato alla settimana. Quattro episodi in rapida successione, altrettanti amministratori comunali colpiti nell’arco di 16 giorni. A Seui l’auto dell’assessore Mondino Gaviano è stata presa a fucilate. Il 16 marzo è stato il sindaco di Domusnovas a finire nel mirino. L’auto del primo cittadino era stata danneggiata da una bomba artigianale, a danneggiare l’auto del sindaco di Domusnovas era stata una bomba artigianale.

Il calcolo degli attentati viene aggiornato di settimana in settimana. Da settembre 2010 a oggi sono stati denunciati 123 attentati ad amministratori. Quasi 20 all’anno. E quasi mai i responsabili di questi gesti vengono individuati e finiscono davanti a un giudice. Un clima di impunità che si unisce alla tensione sociale in continua crescita nei piccoli centri dell’isola.

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