La Nuova Sardegna

Una piazza dedicata alle vittime

Una piazza dedicata alle vittime

Lo spazio è stato inaugurato nel centro di Cagliari. Furono 26 i morti sardi

08 aprile 2017
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CAGLIARI. Una piazza per ricordare le 140 vittime, «È uno spazio tranquillo che protende verso il mare», proprio di fronte alla Capitaneria di porto, fra via Roma e piazza Deffenu. Uno spazio «per non dimenticare» che, nell'anniversario della tragedia del Moby Prince, è stato intitolato a chi quella notte attese inutilmente di essere salvato. Alla cerimonia per intitolare la piazza alle «Vittime del traghetto Moby Prince» hanno partecipato tutti: Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, i tre senatori sardi della commissione parlamentare d'inchiesta, Silvio Lai, Emilio Floris e Luciano Uras, la Regione, con l’assessore Massimo Deiana, e soprattutto c’erano loro, i familiari delle vittime. Con in testa Luchino Chessa, presidente dell'Associazione 10 Aprile, che ha un suo sito internet e un’hashtag su Twitter. Perché questa piazza? «È al centro della città ma nello stesso tempo si affaccia verso il mare e dà un senso di tranquillità catartica rispetto all'angoscia che ci perseguita da 26 anni», ha detto Chessa. Prima di scoprire la targa il sindaco ha ringraziato proprio il presidente dell'Associazione e la commissione d'inchiesta: «La verità – ha detto – è dovuta alle vittime e ai loro familiari».

Nella tragedia del 10 aprile 1991 persero la vita 26 sardi. Dal comandante Ugo Chessa, con la moglie Maria Giulia Ghezzani, ai medici Paolo Mura e Alessandro Vacca, dal telegrafista di Monti Giovanni Battista Campus al cuoco Ignazio Pasqualino, di Carbonia. E poi i passeggeri Angelo Canu, la moglie Alessandra Giglio e le piccole Sara e Ilenia, i fidanzati algheresi Angelita Demontis e Pasqualino Piu, la coppia di Arzachena Giovanni Filippeddu e Maria Filigheddu, Raimondo Brandano e Maria Serra, marito e moglie di San Teodoro. E ancora il carabiniere di Birori Gianfranco Campus, Maria Mela di Buddusò, Giuseppe Congiu di Oliena, Tonino Sini di Pattada, Raimondo Vidili di Bonarcado, Gavino Bianco di Ossi. Il pensionato di Alà, Salvatore Scanu, non risultava nell’elenco dei passeggeri, ma un amico raccontò di averlo accompagnato fino alla scaletta. (ua)

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