La Nuova Sardegna

Una vita in prima linea per difendere l’ambiente

di Giovanni Bua
Una vita in prima linea per difendere l’ambiente

Le battaglie del medico radiologo stroncato da un malore in auto a Nuoro Dal no alle scorie alle lotte contro gli inceneritori e il termodinamico

11 aprile 2017
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SASSARI. Una vita in prima linea. Guerreggiando fiero contro nucleare, inceneritori e gasdotti, termodinamico, industria pesante e scorie militari. Girando i quattro angoli della sua Isola, pronto a mettere a disposizione tempo, energia e preparazione in ogni luogo dove ci fosse da difendere la salute e l’ambiente. Spesso con durezza, che metteva però da parte quando vestiva i panni del medico, radiologo, amato dai pazienti, che più di tutti in questi giorni lo piangono, ricordandone la professionalità, ma anche il suo saper essere prima di tutto persona, semplice e disponibile.

Non mancavano certo i “nemici” a Vincenzo Migaleddu, medico e ambientalista stroncato l’altro ieri da un malore mentre era alla guida della sua auto, in viale della Solitudine a Nuoro, ma nessuno in queste ore in Sardegna è meno che sgomento alla notizia dell’improvvisa scomparsa del radiologo 65enne, originario di Martis, paesino di 500 anime nel cuore dell’Anglona, che oggi lo onorerà con il lutto cittadino.

Perché se c’è una cosa che il presidente dell’Isde, medici per l’ambiente Sardegna, non ha mai fatto è risparmiarsi. Fin dai primi anni del 2000 quando, già brillante radiologo e autore di oltre 220 pubblicazioni in importanti riviste scientifiche italiane e internazionali, con la partecipazione a centinaia di corsi, congressi e convegni, decide di trovare il tempo per approfondire la ricerca sulle problematiche ambientali e le loro ricadute sulla salute.

Ricerca che si trasforma presto in militanza. L’occasione è l’incidente al sommergibile statunitense a propulsione nucleare Uss 768 Hartford nel 2003. Una storia grigia, piena di omissioni e bugie nella quale Migaleddu entra da protagonista come consulente del Wwf, di cui era socio, scaldando i cuori in numerose assemblee pubbliche dove spiega ai cittadini i rischi ambientali e sanitari che corrono. Da lì è un crescendo. Nel 2005 con il comitato No Iscorias promuove il referendum abrogativo la legge regionale che consente l’importazione in Sardegna di rifiuti tossici. Sindacati e partiti si oppongono con forza, ma il quorum sfuma per appena il 2%.

Dal 2005 al 2007 è consulente a titolo gratuito alla Regione nel gruppo tecnico ambiente e salute. Nel 2007 però non esista a schierarsi al fianco delle comunità della media valle del Tirso che si organizzano contro l’inceneritore a rifiuti e a biomasse proposto dalla giunta Soru. La tenacia del comitato induce la giunta a rinunciare al progetto nel 2008. E ancora le battaglie contro la chimica “verde”, la centrale a biomasse di Macchiareddu, la costruzione di un nuovo inceneritore a Tossilo e l’idea di realizzare una centrale termodinamica da 210 ettari a Gonnosfanadiga. Contro quella la scorsa settimana era in piazza. A combattere, come sempre. Per la salute, l’ambiente, la sua Sardegna.

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