La Nuova Sardegna

Erriu: con la nuova legge investimenti per 2 miliardi

di Giovanni Bua
Erriu: con la nuova legge investimenti per 2 miliardi

L’assessore regionale a un’assemblea di ingegneri, architetti e geometri «Tenere in piedi alberghi obsoleti non fa il bene nemmeno dell’ambiente»

20 aprile 2017
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SASSARI. Nessuna colata di cemento sulle coste, nessun ampliamento di ville o nuove lottizzazioni, ma 250 tra alberghi, ostelli, residence e campeggi dentro e fuori i centri urbani che potranno adeguarsi agli standard internazionali di accoglienza. E investimenti privati per oltre 2 miliardi che si potrebbero sbloccare, fuori dai 300 metri di inedificabilità assoluta ma comunque dentro la fascia costiera, per il solo fatto di avere regole chiare e semplificate, anche se in certi casi più stringenti.

La comunicazione. Alza di un paio di tacche il volume della comunicazione l’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu, per contrastare le voci di dissenso crescenti sul nuovo Ddl di “governo del territorio” che si prepara a essere esaminato dal consiglio regionale. Dissenso “ambientalista”, con il Wwf che ha già sparato a zero contestando l’idea che cemento ed ecosostenibilità possano stare nella stessa frase se si parla delle coste dell’Isola. Ma anche di segno opposto, con il centrodestra che parla di finta riforma e di un semplice cambio d’abito per il ppr Soru.

Le critiche. «Cerchiamo di non rincorrere le critiche ideologiche – sottolinea l’assessore – anche se leggere che un convegno con architetti, ingegneri, professori, chiama alle armi contro la legge urbanistica sostenendo che altrimenti il mare a Pasquetta non sarà più bello (la frase è di Thomas Castangia, il convegno con Roggio, Melis, Satta e Deiana è oggi alle 17 al Caesar’s a Cagliari ndr) rende palese che dialogare non sarà facile».

L’incontro. Un tentativo è stato fatto ieri a Sassari, nella sede degli industriali a Villa Mimosa, con Erriu che per tre ore ha risposto al fuoco di fila di domande, critiche, suggerimenti della Consulta provinciale delle costruzioni e degli ordini di ingegneri, architetti e geometri. Un incontro tecnico (si è parlato di piano casa nelle zone E ed F, sanatoria giurisprudenziale e leggina di manutenzione) ma anche politico (affrontati i temi delle centrali uniche di committenza, degli appalti ma anche dei trasporti e della politica industriale), con l’assessore che non si è sottratto ad aperture e chiarimenti. Incontro che ha però trovato la sua quadra quando Erriu ha chiarito quale è il cuore della riforma, su cui la Regione sta scommettendo grosso e su cui si aspetta di ricevere i più furiosi attacchi.

Niente cemento. «Io chiedo ai vostri centri studi – ha sottolineato l’assessore – di quantificare le ricadute economiche derivanti dalla riqualificazione di 250 strutture ricettive nella fascia dei 300 metri che, con un premio volumetrico limitato (il 25%) e che rispetti precise regole, potranno accedere al mercato internazionale e ambire a una stagione lunga otto-nove mesi. Potrebbe bastare questo a far ripartire la Sardegna. Va bene la salvaguardia. Ma tenere in piedi alberghi obsoleti e di vecchia concezione, in nome di una non meglio precisata tutela totale, non fa il bene di nessuno, nemmeno dell’ambiente».

L’articolo 43. Nel mirino anche l’articolo 43 del ddl, che apre una strada per nuove strutture nella fascia costiera. «Mai – ha spiegato Erriu – entro i 300 metri. E comunque previa copianificazione col Mibact. La verità è che le tutele restano quelle del Ppr, ma si semplificano le procedure sulla fascia costiera tutelata integralmente dal codice Urbani. Prevedendo, tra le altre cose, tavoli tecnici con tutti gli organismi deputati a fare valutazioni e fornire autorizzazioni. Si uniformano gli standard e questo basta a far decollare investimenti a 9 zeri, di gruppi e fondi che aspettano solo regole certe per presentare progetti, mirati allo sviluppo economico e sociale, filtrati da tutti gli strumenti già in campo e migliorati lungo il cammino. Basti una regola per tutte: su ogni progetto il dibattito pubblico sarà obbligatorio».

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