La Nuova Sardegna

Pazza primavera gran caldo e gelate distruggono le vigne

di Claudio Zoccheddu
Pazza primavera gran caldo e gelate distruggono le vigne

L’escursione termica brucia le gemme. Allarme nell’isola Aziende vinicole in emergenza, chiesta la calamità naturale

25 aprile 2017
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SASSARI. Era un fenomeno tipico delle zone inospitali, come il deserto, ma adesso preoccupa anche la Sardegna. Il nemico di turno è l’escursione termica, la conseguenza indiretta di un clima bizzarro e imprevedibile. Le vittime, invece, sono le colture che non sopportano gli sbalzi di temperatura tra le ore calde del giorno, con massime di 25 gradi, e quelle della notte, quando il termometro crolla sotto zero segnando, involontariamente, anche le aspettative dei viticoltori che vedono marcire i sogni di un raccolto di qualità, oltre che quantitativamente adeguato. Sono loro i più colpiti e, di conseguenza, anche i più preoccupati.
Neve in primavera. Dovrebbe essere la stagione del risveglio della natura, quella del bel tempo che favorisce germogli e infiorescenze. Invece, nell’arco di 24 ore si sviluppa un intero ciclo annuale. Al mattino è primavera, poi arriva l’estate del primo pomeriggio, l’autunno del tramonto e l’inverno della notte. Un concetto che si riassume in un’escursione termica di 27 gradi, registrata qualche giorno fa nell’isola. Gli effetti di un clima impazzito non potevano passare inosservati: grandinate in Gallura e nevicate, anche fitte, in Barbagia. Una bizza simpatica per i cacciatori di stranezze, una sciagura per gli agricoltori.

Vigne in emergenza. Immaginavano un’ottima annata. Purtroppo, dovranno rivedere le aspettative per colpa delle microstagioni che sono costretti ad affrontare ogni giorno. Il dramma dei viticoltori è già arrivato in Consiglio regionale tra le righe di un’interrogazione presentata dal consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi: «Le gelate notturne di questi giorni – dice Crisponi – hanno avuto un effetto devastante sui vigneti. Il repentino cambiamento climatico, secondo le rilevazioni effettuate sul campo, ha portato danni stimati fra il 50 e il 100 per cento dei campi coltivati e ora danneggiati irreparabilmente dal gelo. Nelle aree di Oliena, Orgosolo, Mamoiada, Dorgali e Galtelli – prosegue il consigliere regionale – centinaia di aziende che si occupano di viticoltura sono letteralmente in ginocchio. Gli operatori delle campagne – conclude Luigi Crisponi – erano già stati colpiti prima dalle alluvioni e dalla siccità e dopo le ultime gelate non possono affrontare e assorbire i danni senza l’intervento della Regione». Infine, la richiesta di un intervento immediato dell’assessorato all’Agricoltura, chiamato a verificare la situazione nelle campagne e all’immediato avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale.

La Regione. La base economica del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 è di 7 milioni e mezzo di euro dedicati per lo più alle misure di contrasto alle calamità naturali. Una cifra che, ultimamente, è stata destinata al ristoro dei danni subiti dopo il passaggio del ciclone Cleopatra e dopo la tromba d’aria che ha colpito il centro sardegna e la frazione di Morimenta, nel basso oristanese. C’è poi un budget annuale di due milioni di euro, rimodulabile e spendibile in tempi ristretti, per contrastare le situazioni di emergenza. In questo caso, però, sono gli agricoltori che devono presentare le domane ai Comuni – entro dieci giorni dall’evento calamitoso – che poi le trasmettono alle sedi territoriali di Argea, l’agenzia regionale che si occupa della gestione e dell’erogazione degli aiuti per l’agricoltura. Tutte le richieste, ovviamente, devono essere verificate dai tecnici che, come è successo nel caso degli incendi dello scorso anno o delle nevicate di gennaio, valutano le situazioni caso per caso.

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