La Nuova Sardegna

Bonus mamma, si parte: 800 euro per aiutare le famiglie

di Silvia Sanna
Bonus mamma, si parte: 800 euro per aiutare le famiglie

L’iniziativa del governo per le neo madri, anche in caso di adozione o affido. Nessun limite di reddito In Sardegna, dove l’indice di natalità è il più basso d’Italia, saranno circa 10mila le donne interessate

04 maggio 2017
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SASSARI. Si chiama “Bonus mamma”e potrà rivelarsi un aiuto prezioso quando la vita viene rivoluzionata dall’arrivo di un bebè e le spese si moltiplicano in un batter d’occhio. Vale 800 euro, una somma una tantum che non risolve certamente i problemi ma può contribuire ad alleviarli. È questo l’obiettivo dell’iniziativa: inserito nella manovra di bilancio 2017, il bonus è destinato alle spese che ogni neomamma deve affrontare quando nasce un bambino o quando la famiglia si allarga per l’arrivo di un bimbo adottato o preso in affidamento. Il governo prova a incentivare la natalità sostenendo le famiglie nella fase iniziale, quella più pesante dal punto di vista economico. E il primo aspetto che colpisce è l’assenza di limiti legati al reddito: tutte le donne hanno diritto all’assegno a prescindere dalla situazione economica. La corsa alle domande parte oggi. In Sardegna, la regione con l’indice di natalità più basso d’Italia insieme alla Liguria (1,1 figli per donna), sono circa 10mila le donne potenzialmente interessate: tante sono quelle che hanno partorito nel 2016, un numero che secondo le proiezioni dovrebbe essere confermato nell’anno in corso.

L’iniziativa. L’arco temporale dell’iniziativa è il 2017. Si parte dal 1 gennaio, il bonus potrà essere assegnato a tutte le donne che hanno partorito o partoriranno da quella data sino al 31 dicembre. Se il parto è già avvenuto la richiesta può essere presentata subito, in caso contrario è necessario attendere l’inizio dell’ottavo mese di gravidanza. Il governo dei MilleGiorni ha pensato anche a chi madre lo diventa tramite adozione e/o affido, garantendo anche a loro il bonus. E in una società sempre più multietnica, è stato automatico pensare anche alle tante rifugiate che vivono in Italia e che qui hanno messo al mondo i loro bambini. Non solo: ogni bonus vale per un bambino, significa che in caso di parto gemellare (o più) e di adozioni o affidi di due bimbi, l’importo potrà raddoppiare o triplicare.

Le domande. La procedura non sembra essere complicata. Per chiedere il bonus è obbligatorio seguire una sola strada, quella telematica. La domanda deve essere presentata all’Inps utilizzando i servizi telematici del portale www.inps.it, accessibili direttamente dalla mamma tramite il Pin; o chiamando il Contact Center Integrato ai numeri 803164 (gratuito da telefono fisso), oppure al numero 06164164 (da cellulare con tariffazione a carico dell’utente). L’altra possibilità è affidarsi ai patronati chiedendo loro di seguire la procedura richiesta. I documenti richiesti sono pochi. Escluso l’Isee visto che il reddito non conta, la mamma in attesa dovrà spedire il certificato del medico Asl che attesta la gravidanza in corso. La mamma che ha già partorito dovrà invece fornire il codice fiscale del bimbo, chi ha adottato o preso in affidamento esibirà i relativi certificati. Le madri extracomunitarie in possesso del permesso di soggiorno dovranno, sempre attraverso un’autocertificazione, inserire gli estremi del documento nella domanda telematica. A erogare il bonus sarà direttamente l’Inps.

I tempi. Sono annunciati tempi brevi. E la ragione è semplice: il bonus mamma è un supporto economico pensato per sostenere le famiglie nelle spese dei primi mesi, dunque è essenziale che l’assegno arrivi velocemente. Ma per chi volesse utilizzare il denaro in una fase successiva, nessun problema: l’importante è che il bonus sia chiesto entro un anno dalla nascita del bimbo.

La Boschi su Twitter. «Ora sarà possibile fare domanda presso l'Inps per il cosiddetto "Bonus mamma"; 800 euro a ogni mamma per la nascita o l'adozione di un minore»: a ricordarlo su Twitter e dare il via libera alla presentazione delle richieste è Maria Elena Boschi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio commenta così la misura del Governo: «E' uno dei primi passi nella giusta direzione. C'è una politica che promette e una politica che fa. Noi andiamo avanti».

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