La Nuova Sardegna

Sempre maggiore qualità per le pecore dell’isola

di Tito Giuseppe Tola
Sempre maggiore qualità per le pecore dell’isola

Il concorso è riservato ai capi delle aziende sarde iscritte al libro genealogico Il direttore dell’Aipa: «In questi anni una crescita notevole del patrimonio ovino»

08 maggio 2017
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MACOMER. I migliori allevamenti ovini sardi sono nel sud dell’isola. La conferma è arrivata dal concorso che ha accompagnato l’XI Fiera degli ovini della razza sarda iscritti al libro genealogico che si è conclusa ieri a Macomer. L’azienda di Renato Pitzalis, 30 anni di Nuragus, ha vinto il titolo di miglior allevamento con 111 punti. L’azienda Pitzalis ha iscritto i capi al libro genealogico nel lontano 1925 e da allora, dopo tre generazioni, porta nuovamente a casa il prestigioso riconoscimento. Le valutazioni di tutti gli allevamenti che hanno partecipato alla rassegna organizzata dal Comune di Macomer, dall’Assonapa, dall’Aras e dalle Aipa provinciali, si cono conclude nella tarda mattinata. Il secondo posto è all’azienda di Mario Picciau di Monastir che ha ottenuto 91 punti, e il terzo di Mauro Scintu di San Nicolò d’Arcidano con 81 punti. Poche le aziende zootecniche gestite da donne presenti alla fiera. L’unica allevatrice iscritta era Milena Melis di Assemini, la quale è stata premiata dal Rotary club di Macomer proprio per essere l’unica rappresentante femminile.

Alla fiera hanno partecipato 30 aziende sarde iscritte al libro genealogico che hanno esposto più di 2500 capi altamente selezionali. Dai discorsi dei partecipanti e dei numerosi visitatori è emersa la fatica del mondo agro pastorale sardo, fatto di famiglie per le quali l’allevamento è uno stile di vita che dà soddisfazioni ma deve fare i conti con le difficoltà nelle quali sui dibatte il settore, a partire dall’annata siccitosa che è causa di una forte impennata dei costi di produzione e dal prezzo del latte. Moltissimi i visitatori che nella giornata di ieri hanno girato nei capannoni all’interno dei quali erano allestiti i box con pecore, arieti e agnelli resi candidi dalla toelettatura alla quale sono stati sottoposti per partecipare alla rassegna. Dai punteggi delle giurie emerge che anno dopo anno la qualità delle greggi della razza sarda iscritte al libro genealogico ha raggiunto livelli notevoli. «Seguo la mostra dal 1983 e vedo continui miglioramenti – ha detto Mario Bitti, direttore dell’Aipa Nuoro Ogliastra–. Sono questi allevatori che realmente contribuiscono al miglioramento del patrimonio ovino sardo. La grande affluenza di oggi dimostra l’attenzione dei pastori sardi alla qualità e il loro interesse a migliorare la genetica delle loro greggi».

La fiera di Macomer è una vetrina e un momento di valutazione della qualità e dei risultati raggiunti nella selezione del bestiame. Al contrario di quanto accade in altre fiere, non si compra e non si vende, ma anche se non appare non manca il mercato sotto traccia alimentato da chi cerca un ariete di qualità per migliorare l’allevamento. Nessuno parla di prezzi. Un ariete premiato, comunque, aumenta le quotazioni di mercato. Gli organizzatori della rassegna sono soddisfatti del risultato. Stefano Sanna, presidente di Assonapa e Aras esprime grande soddisfazione per la riuscita dell’evento «nato dall’importante collaborazione con l’amministrazione comunale di Macomer». Che era presente con il sindaco Antonio Succu e la vice sindaco Rossana Ledda, la quale sottolinea l’importanza di Macomer per il mondo agropastorale sardo «perché la prima industria casearia della Sardegna è nata a Macomer, per la centralità geografica, per il numero di ovini e per la qualità dei prodotti».

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