La Nuova Sardegna

La Regione scommette sui grandi eventi sportivi

di Luca Rojch
La Regione scommette sui grandi eventi sportivi

Cambia la strategia di promozione. Per le tre tappe investiti 4,4 milioni

09 maggio 2017
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SASSARI. Lo spottone internazionale in rosa ha catapultato la Sardegna al centro del mondo. 200 paesi hanno seguito in diretta tv la partenza del Giro d’Italia e le tre tappe che hanno attraversato l’isola. Si c’erano i ciclisti che sfrecciavano come missili sulle strade, ma a incantare è stato lo sfondo. Dal mare più blu della Gallura ai monti aspri del Gennargentu.

Nuova immagine. Ma la mega promozione non è nata per caso. Idee e soldi sono arrivati dalla Regione. Un progetto nato da lontano, voluto con forza dall’ex assessore al Turismo Francesco Morandi e dal governatore Francesco Pigliaru. La Regione ci ha investito 4,4 milioni di euro. Una cifra importante nelle casse esangui di viale Trento. Ma nessuno pensi che Pigliaru e Morandi siano due fanatici del pedale. In realtà la Regione ha messo a punto da tempo una strategia di promozione diversa. Globale. Messi da parte i manifesti che raccontano una Sardegna di plastica e artefatta, hanno puntato ai grandi eventi. Alla promozione di un’isola vera, viva, con dentro gli abitanti. Da visitare tutto l’anno, non solo sotto l’ombrellone nei 30 giorni in cui c’è il tutto esaurito. In altre parole si lavora per creare una nuova immagine dell’isola. Lo si fa per una volta in modo pragmatico. La Regione ci ha scommesso 4,4 milioni di euro, ha puntato sulla partenza del Giro d’Italia dei 100 anni. Lo ha fatto perché crede che i grandi eventi possano fare da traino turistico per la Sardegna e portare turisti per 12 mesi. Un anno e mezzo di lavoro per mettere a punto il progetto. Ma nessuno pensi che i soldi stanziati siano stati persi. È stato calcolato anche il ritorno economico immediato. Per ogni euro investito nella manifestazione ne sono stati spesi 4 sul territorio. C’e poi da considerare l’effetto sul lungo termine. Le immagini della Sardegna sono uno spot durato tre giorni a una platea di quasi 200 Paesi.

L’impegno sul giro. Nei 4,4 milioni di euro sono compresi l’investimento con Rcs Sport per avere le tappe iniziali del giro, circa 3 milioni. Il resto è stato diviso tra i quattro Comuni di tappa, Alghero, Olbia, Tortolì e Cagliari, le attività degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero e la campagna di comunicazione istituzionale CamineRas in Rosa che attraversa 52 località in tutta la Sardegna tra aprile e maggio. Più o meno 200 mila euro.

Il ritorno. In attesa di vedere l’arrivo di turisti in Sardegna fuori stagione la Regione dà qualche numero del ritorno di immagine dell’investimento. L’arrivo dell’ultima tappa a Cagliari è stata seguita da più di 2 milioni di spettatori. L’evento sportivo più seguito della giornata. Per la diretta della corsa sono rimasti incollati 1,4 milioni di italiani. Le tappe precedenti da Alghero e Olbia hanno avuto numeri simili, con un picco di 1,9 milioni all’arrivo di Tortolì. A quelli televisivi, vanno aggiunti gli ascolti di Radio 2. Impossibile non tenere conto dell’impatto sui social. Secondo Rcs la crescita sui social legata alle date sarde del giro è stata del 150 per cento in più rispetto al 2016. Secondo i dati Rai la giornata inaugurale della corsa ha avuto un grande successo anche sul web. Gli utenti unici che hanno seguito la prima frazione del Giro su Twitter e Facebook sono stati oltre 73.500. 190mila gli appassionati che hanno utilizzato Raiplay per seguire la diretta della giornata. Il Giro d’Italia è andato in onda su 18 broadcaster internazionali per una copertura di 190 paesi tra Europa, America del Nord e del Sud, Africa, Australia e Asia. I giornalisti accreditati sono stati circa 200.

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