La Nuova Sardegna

Obama allo chef con la Sla: «Paolo, tu sei un grande»

di Simonetta Selloni
Barack Obama e Paolo Palumbo, al centro con il fratello Rosario
Barack Obama e Paolo Palumbo, al centro con il fratello Rosario

Il 19enne oristanese ha incontrato l’ex presidente Usa alla fiera di Milano. È coautore di un libro di ricette per disabili. «Ha voluto sapere tutto su di me»

10 maggio 2017
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MILANO. Ma bello più di tutti è il momento in cui leggi «Sei grande, ti auguro il meglio», firmato Barack Obama. Paolo Palumbo ha 19 anni e una sclerosi laterale amiotrofica invalidante, è di Oristano e ha fatto della sua malattia il pilastro sul quale fondare idee, voglia di vivere e speranze. per sé e per gli altri.

Appassionato di cucina, con lo chef stellato Luigi Pomata ha scritto un libro, “Sapori a colori”, con ricette per chi, come lui, ha difficoltà di deglutizione. E se alla fiera Seeds&Chips di Rho, Milano, i tanti vip hanno fatto la fila per immortalare un selfie con lo special guest Barack Obama, ecco, Paolo ha saltato la fila. Grazie ai buoni uffici dell’organizzatore Marco Gualtieri, cui aveva scritto Marco, papà di Paolo, chiedendo la possibilità che il figlio incontrasse l’ex presidente, Obama ha detto “Yes, I can”. Al suo arrivo alla fiera, l’ex presidente Usa ha incontrato Paolo in una saletta riservata: Obama, Paolo e il fratello maggiore Rosario, braccio operativo in cucina dove le braccia, Paolo, ha difficoltà a usarle.

«Mi ha detto: sei un grande, conosco la tua storia. Queste parole e il suo sorriso sono state un’emozione fortissima», racconta Paolo. Ha voluto, Obama, sapere tutto della sua storia, dei suoi progetti, compreso il tampone che contiene i “sapori della vita”, in fase di sperimentazione al centro Nemo di Milano dove il ragazzo è in cura per la Sla. Un tampone che ridarà la gioia di assaporare i cibi a chi si alimenta con il sondino: perché «la mia cura è la buona cucina», sorride Paolo. Cosa si prova, davanti a uno dei grandi della Terra che ti ascolta e si informa e chiede come può essere utile alla causa della lotta alla Sla? «Tante emozioni». Come quando Paolo ha portato il suo libro, “Sapori a colori” per regalarlo all’ex inquilino della Casa Bianca. «Lui mi ha chiesto un altro libro. Senza la dedica. Ha preso una penna e la dedica l’ha scritta lui. A me. Che dire?».

E così, Paolo Palumbo, una Sla che deve fare i conti con la sua tenacia e con quella della sua famiglia, è diventato il centro dell’attenzione di Barack Obama. «Ha voluto sapere dei miei progetti, delle mie iniziati ve. Ha chiesto che Marco Gualtieri (l’organizzatore di Seeds&Chips ndr) si mettesse in contatto con il suo chef per capire in che modo si possa organizzare qualcosa a sostegno della ricerca sulla Sla in America».

Una conversazione senza interpreti, Paolo parla l’inglese. Gli altri hanno fatto la fila per la foto con Barack Obama? L’ex presidente ha chiesto di fare una foto con Paolo. Però. E con Paolo hanno voluto fare una foto l’ex premier Matteo Renzi, il presidente della Provincia di Milano Roberto Maroni («mi ha dato il suo numero personale, organizzeremo qualcosa a sostegno della ricerca») e poi il sindaco di Milano Giuseppe Sala, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. E anche il collega chef Carlo Cracco.

Paolo Palumbo è rimasto ad ascoltare la conferenza di Obama. «Ha parlato dell’alimentazione del futuro, una cosa interessantissima, non potevo non ascoltarla», spiega. Giornata ricca di soddisfazioni. Ma più di tutte, sentire l’ex presidente americano che ascolta i tuoi progetti, anche se hai 19 anni e la Sla, e forse proprio per questo, ti guarda negli occhi e ti dice «Yes, you can».

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