La Nuova Sardegna

Migranti, la Sardegna frena sul centro rimpatri a Iglesias

Migranti, la Sardegna frena sul centro rimpatri a Iglesias

Chiesti interventi immediati in materia di sicurezza e compensazioni per i Comuni maggiormente impegnati sul fronte dell'accoglienza

16 maggio 2017
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CAGLIARI. La Sardegna frena sull'individuazione di un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) dei migranti nell'ex carcere di Iglesias, scelta ipotizzata dal ministero dell'Interno. La Conferenza permanente Regione-Enti locali, riunita per discutere la proposta arrivata da Roma, sollecita il Governo per avere garanzie sulla condivisione delle scelte da parte degli amministratori locali. Non solo: il tavolo chiede anche interventi immediati in materia di sicurezza, compensazioni per i Comuni maggiormente impegnati sul fronte dell'accoglienza e azioni dissuasive finalizzate al blocco dei flussi migratori dall'Algeria.

Pur non essendo stata compiuta alcuna scelta, «la comunità iglesiente e quella di Fluminimaggiore - sottolinea la Conferenza - compiono già un notevole sforzo per l'integrazione dei migranti ospitati in diverse strutture del territorio». E «molte aree della Sardegna sopportano in misura rilevante vincoli e limitazioni imposti dallo Stato».

Gli assessori degli Affari generali e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, ribadiscono la posizione della Giunta espressa dal presidente Francesco Pigliaru nella lettera inviata nei giorni scorsi al ministro dell'Interno Marco Minniti. Il governatore ha chiesto un incontro urgente sulla possibile individuazione di un Cpr in Sardegna, rilanciando le problematiche legate ai flussi migratori non programmati. I presidenti dell'Anci Sardegna e del Cal, Emiliano Deiana e Andrea Soddu, insieme al sindaco metropolitano di Cagliari Massimo Zedda, condividono la necessità di un confronto politico urgente con i rappresentanti del Governo e nell'ambito della Conferenza delle Regioni.

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