La Nuova Sardegna

Le associazioni fanno squadra: nasce la Consulta ambientalista della Sardegna

Le associazioni fanno squadra: nasce la Consulta ambientalista della Sardegna

Formata dalle sezioni sarde di Italia Nostra, Wwf, Gruppo d’intervento giuridico e Federparchi. Nel mirino la legge urbanistica della Regione: «Incompatibile con il Piano paesaggistico»

21 maggio 2017
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SASSARI. La gestazione è durata alcuni mesi e le parole d’ordine durante l’attesa sono state “dialogo” e “confronto”. Ieri, il lieto evento: la nascita dalla Consulta sarda dell’ambiente e del territorio formata da Wwf, Gruppo d’intervento giuridico, Italia Nostra e Federparchi. Ironia della sorte, il vagito della nuova consulta è arrivato proprio quando il tema della difesa dell’ambiente è ritornato di stretta attualità per colpa dell’inchiesta che ha investito la Fluorsid di Macchiareddu, uno dei maggiori produttori mondiali di fluoroderivati inorganici.

La genesi. L’occasione per il primo confronto è maturata dopo la presentazione del disegno di legge della Regione per l’urbanistica: «Proprio su questo tema si sono svolti molti approfondimenti e sono arrivate molte proposte concrete che sono state presentate il 20 aprile durante un incontro organizzato con il supporto dei RossoMori e di Possibile – spiegano dalla Consulta –. È stata quella l’occasione in cui sono state poste le basi per la costruzione di un processo di dialogo tra gli ambientalisti della Sardegna». Proprio dalla nuova legge urbanistica sono arrivate le prime richieste.

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Legge urbanistica. Dalle relazioni introduttive e dal dibattito la Consulta ambientale ha espresso molto dubbi sul disegno di legge: «Ci sono numerosi aspetti del tutto incompatibili con le attese di un buon governo del territorio che contrastano con il Piano paesaggistico regionale che il candidato Francesco Pigliaru diceva di voler rafforzare oltre che estendere alle zone interne». Una prefazione alla richiesta delle associazioni indirizzata alla giunta regionale, e quindi al Consiglio, di sospendere l’esame del Ddl, “inemendabile nelle parti più significative” e di avviare un confronto aperto alle comunità locali e tutti gli operatori che si occupano di turismo e che non condividono la possibilità di costruire nella fascia costiera e, in particolare, nei 300 metri dalla battigia “evitando di compromettere la principale risorsa della Sardegna”.

Comitato tecnico. Per affrontare con cognizione di causa il dibattito e per farlo in maniera più strutturata, produttiva ed efficace, oltre che con la volontà di intervenire congiuntamente e con una sola voce su tutte le altre occasioni di confronto, la Consulta ha decsio di avvalersi della collaborazione di un comitato tecnico e scientifico formato da Giuseppina Angioni, Maria Laura Cadeddu, Massimo Dadea, Salvatore Dessena, Mauro Gargiulo, Antonietta Mazzette, Giuseppe Melis, Maria Paola Morittu, Sandro Roggio e Alessio Satta.Le collaborazioni. La Consulta è aperta ai contributi di tutti gli esperti della difesa del suolo, della gestione ambientale, dell’urbanistica e della pianificazione del territorio che vorranno contribuire. Sono previsti confronti periodici sulle politiche di governo del territorio e sulle iniziative di tutela del paesaggio e dell’ambiente con proposte concrete e valutazioni differenti dalle scelte di governo incoerenti con strumenti il Piano paesaggistico regionale. (c.z.)

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