La Nuova Sardegna

Edilizia, ferme opere per 5 miliardi: i sindacati sardi vanno in piazza

di Dario Budroni
Edilizia, ferme opere per 5 miliardi: i sindacati sardi vanno in piazza

Il 25 maggio ci sarà un presidio davanti alla sede del Consiglio regionale. Le accuse di Cgil, Cisl e Uil: «La politica è in ritardo e le imprese colano a picco»

23 maggio 2017
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SASSARI.

La mobilitazione generale del settore edile che sta interessando tutta la nazione arriva anche in Sardegna, dove il comparto attende ancora di conoscere gli effetti che potrebbero essere generati dai circa cinque miliardi di euro previsti per la realizzazione di opere pubbliche e private che, perlomeno per quanto si è detto al momento della sigla degli accordi, dovrebbero dare una «nuova boccata d’ossigeno non solo ai 22mila occupati, ma anche agli oltre 150mila disoccupati e alle 250mila persone che ormai hanno perso la speranza di trovare un lavoro e che hanno addirittura smesso di cercarlo», dicono i sindacati prima di annunciare la data della manifestazione isolana.

Il 25 maggio a Cagliari, come a Bologna, Roma, Bari e Palermo, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil terranno un sit-in davanti al palazzo del Consiglio regionale per «tirare le orecchie alla Regione, in ritardo sugli annunci fatti», e per sollecitare le associazioni imprenditoriali a rinnovare i contratti andando verso un accordo unico. «È un grido di dolore misto a rabbia che arriva dal mondo delle costruzioni – spiega Giovanni Manca della Cisl, presentando l’iniziativa – da otto anni la crisi sta picchiando duro e ancora oggi continua a mordere pesantemente. Occorre dare un segnale chiedendo risposte alla politica regionale». La richiesta è quella che si sente ripetere ormai da anni in tutte le aree di un’isola in cui troppe persone sono costrette a guardare al posto fisso come se fosse un miraggio: «C’è bisogno di più lavoro, perché abbiamo perso 30mila occupati negli ultimi sette anni, 860 solo nell’ultimo, e occorre sbloccare tutte le risorse – aggiunge Manca –, perché nonostante gli annunci i cantieri aperti sul piano infrastrutture, 438 milioni per il 2017 su 700 milioni complessivi, il Patto per la Sardegna, con oltre un miliardo, e il quadro comunitario con circa 600 milioni, sono purtroppo vicini allo zero».

Secondo Marco Foddai della Uil, inoltre, è necessario che si lavori per evitare che si ripetano eventi disastrosi come quelli che hanno interessato la Sardegna negli ultimi anni: «Devono essere messe a correre risorse per la mitigazione del rischio idrogeologico e si avverte la necessità che vengano messe in campo tutte le risorse necessarie per le bonifiche oltre che dare corso alla nuova legge urbanistica».

«Il tempo della riflessione è finito, agiremo in tutte le sedi, comprese quelle legali, per vedere riconosciuti i diritti dei lavoratori sui contratti e su tutti gli argomenti che riguardano il mondo del lavoro –- ha spiegato Erica Collu della Cgil prima di mettere al centro della contestazione proprio gli esponenti della politica regionale–. Non è casuale la scelta del Consiglio regionale, perché anche le istituzioni devono fare la propria parte».

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