La Nuova Sardegna

Dispersione scolastica, la Sardegna migliora

di Alessandro Pirina
Dispersione scolastica, la Sardegna migliora

L'isola resta penultima, ma passa dal 22,9 al 18,1. Pigliaru: numeri incoraggianti, frutto anche del nostro lavoro

26 maggio 2017
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SASSARI. È ancora in fondo alla classifica, davanti solo alla Sicilia, ma i dati del 2016 sulla dispersione scolastica fanno ben sperare la Sardegna. L’isola è sempre sul penultimo gradino della graduatoria nazionale, ma rispetto alla precedente rilevazione di Eurostat ha fatto un importante balzo in avanti. Nel 2014 i giovani sardi che non terminavano gli studi erano il 23,5 per cento. Un anno dopo erano calati, ma solo di uno 0,6 di percentuale. Secondo l’ultima rilevazione, invece, i sardi lasciano i banchi prima del tempo sono il 18,1. Quasi il 5 per cento in meno di 12 mesi prima.

Sopra la media. Nonostante il balzo in avanti la Sardegna è ancora lontana dalla media nazionale, dove il tasso di dispersione è pari al 13,8 per cento, meno 1,2 rispetto a due anni fa. E ancora di più da quella europea, pari al 10,7. Tra le regioni italiane la situazione più critica, rilevata dalla Fondazione Agnelli sui dati Eurostat, resta quella della Sicilia, con il 23,5 di giovani che lasciano gli studi. Segue la Sardegna, che ha raggiunto la Campania a quota 18,1. Sopra la media anche la Puglia e la Calabria. La regione più virtuosa, invece, è l’Umbria, con appena il 6,7 di dispersione scolastica, seguita da Veneto, al 6,9.

Il governatore. «Sono numeri molto incoraggianti: la Sardegna migliora il proprio dato con una forbice maggiore rispetto a quella delle altre regioni, soprattutto nell’ultimo anno», afferma il presidente della Regione Francesco Pigliaru, commentando i dati Eurostat –. Nessuna regione d'Italia ha ridotto maggiormente la propria percentuale di abbandoni scolastici/formativi nello stesso lasso di tempo. Il segnale è chiaro: dobbiamo proseguire con determinazione su questa strada, impegnandoci ancora di più sia sul fronte dell’edilizia scolastica con Iscol@ che su quello dell’apprendimento, con il programma Tutti a Iscol@, sui cui buoni esiti contiamo molto. Una didattica moderna portata avanti in scuole belle ed efficienti è uno strumento essenziale per fronteggiare l’emorragia dei giovani che bruciano il loro futuro abbandonando gli studi».

L’assessore. Sul tema interviene anche l’assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Dessena. «Il dato, che merita un approfondimento, è indiscutibilmente positivo. Questo risultato ci incoraggia a proseguire nell’azione che la giunta ha messo a sistema con un notevole impegno di risorse umane e finanziarie. Per le infrastrutture abbiamo messo a correre 150 milioni e siamo pronti a investirne ulteriori 115 tra manutenzioni e scuole del nuovo millennio. Per la didattica abbiamo già investito 40 milioni su Tutti a Iscol@ e altri 20 sono pronti per la prossima annualità. Abbiamo poi ulteriori interventi su formazione docenti, coding e sviluppo delle competenze digitali, istruzione tecnica superiore e orientamento formativo per un totale di 30 milioni».

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