La Nuova Sardegna

Centenari sardi, uomini e donne che hanno sconfitto il tempo: nei volti il racconto dell’immortalità

di Gian Mario Sias
Centenari sardi, uomini e donne che hanno sconfitto il tempo: nei volti il racconto dell’immortalità

Le vie della città catalana fanno da sfondo alle maxi foto. Gli anziani celebrati dalla fotografa Zedda: «Il segreto della longevità? Lo conosce solo Dio»

28 maggio 2017
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ALGHERO. «I nostri tempi erano davvero tempi poverissimi, altro che questi. Quando il pane c’era, bene, e quando non c’era per noi era uguale, cantavamo, ridevamo e l’indomani era sempre un altro giorno». Giovanna Pistidda, con le sue 109 primavere, è la donna più vecchia di tutta la Sardegna. Nata e cresciuta, molto e bene, ad Alghero, è l’immagine specchiata di un’isola che ne ha viste di cotte e di crude e che ancora riesce, tra le rughe e gli acciacchi di questa epoca che non si sa bene come catalogare, a sorridere, a sperare e a guardare avanti.

Il Giro d’Italia. Lei e gli altri ultracentenari sardi hanno accolto il Giro d’Italia del centenario, che è loro coetaneo, appesi sui muri di Alghero. Le loro facce serene, senza segreti, simbolo di un’isola che li porta a esempio e prova a esportarli come emblema di una terra dove si vive bene e a lungo, hanno ispirato “Quanta strada nei miei sandali”, la mostra fotografica di Daniela Zedda, star della fotografia isolana. È un vero e proprio progetto di arredo urbano, enormi pannelli in cui gli arzilli testimonial del “sardinian life style” salutavano un evento vecchio quanto loro.

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Il progetto. Il Giro d’Italia, appunto, di cui quest’anno è partita da Alghero la partenza della centesima edizione, ma in realtà è nata nel 1909. Un anno dopo Giovanna Pistidda, tanto per fare un esempio. Realizzato col contributo della Fondazione Alghero, potrà essere visitato a piedi o in bicicletta – ovviamente, in una città che dopo il passaggio della carovana rosa è impazzita di nuovo per i pedali e chiede più piste ciclabili e l’avvio del servizio di bike sharing – sino al prossimo 1 ottobre.

La festa. Ieri Daniela Zedda, il suo progetto, le grandi riproduzioni fotografiche che arredano Alghero e, soprattutto, i centenari di Sardegna, sono stati i protagonisti di una grande festa tra il teatro civico e la sala “Mosaico” del museo archeologico.

Simbolo di un’isola. Un’occasione per celebrare quel che la Sardegna ha di meglio: donne e uomini che da due anni a questa parte vengono portati a esempio, custodi di un segreto di longevità che vorrebbe diventare una nuova chiave di lettura per tutte le politiche di promozione dell’isola e del suo sistema agroalimentare. In realtà, segreti non ce ne sono.

Il segreto della longevità. «Il mio segreto? Lo sa solo Gesù», dice Giovanna Pistidda. «Sono orfana da quando avevo sei anni e sono cresciuta con mia nonna e mie zie», racconta la nonnina d’Alghero. «Come? Lavorando e tirando avanti», dice candidamente. È stata imprenditrice, commerciante, è cresciuta in campagna, ha fatto di tutto. Come tutti quelli della sua generazione. Gente abituata a lavorare. «Ora, seduta in questa poltrona, non mi piace più, io sono sempre stata abituata a fare qualcosa, loro lo possono testimoniare», aggiunge indicando i nipoti.

Il consiglio ai più giovani. Per fortuna, racconta ancora a nome di tutti i centenari, «ancora la lingua parla e la mente conta». A pensarci bene, il segreto c’è. «Bisogna provare a vivere bene e a vivere male – aggiunge Giovanna Pistidda, nonnina della Sardegna – come ho fatto io». Poi poggia la mano sul suo fortunato interlocutore e regala una raccomandazione. «Quando avete qualcosa di più, datela a chi ne ha bisogno, che poi tutto torna nel registro alla fine della vita».

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