La Nuova Sardegna

traffico marittimo 

Gruppo Moby, festa a Genova per i primi trentacinque anni

di Giampiero Cocco
Gruppo Moby, festa a Genova per i primi trentacinque anni

GENOVA. Il Gruppo Moby ha festeggiato il suo 35° compleanno presentando il potenziamento della tratta marittima Nizza-Bastia: un’alternativa in più per i sardi che vogliono raggiungere la Francia...

02 giugno 2017
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GENOVA. Il Gruppo Moby ha festeggiato il suo 35° compleanno presentando il potenziamento della tratta marittima Nizza-Bastia: un’alternativa in più per i sardi che vogliono raggiungere la Francia passando dalla Corsica o per i turisti transalpini intenzionati a sbarcare in Sardegna. Un traguardo, quello raggiunto dalla Onorato Armatori, frutto del lavoro di cinque generazioni di gente di mare: nel 1880, anno di fondazione, il gruppo Onorato operava con due sole navi a vela sulla tratta tra Napoli e la Sardegna e oggi conta una flotta di 64 navi operanti in Italia e in Francia su 26 porti, assicurando collegamenti quotidiani con Sicilia, Sardegna, Corsica, Isola d’Elba, Arcipelago Toscano, Tremiti e Malta.
Il Gruppo Moby (oggi Onorato armatori Spa, che include Tirrenia-Cin, Toremar e una joint venture con la russa St. Peter Line) ha scelto la formula giovani con una campagna pubblicitaria che punta sull’amore dei più piccoli per i fumetti. Il vice amministratore delegato Alessandro Onorato a bordo della “Moby Dada” (ormeggiata al molo Doria di Genova), ha parlato del segreto della crescita del gruppo: «Il segreto è la famiglia. Il nostro gruppo è organizzato come una famiglia, della quale tutti sono orgogliosi di far parte, dai comandanti ai marittimi». E sui marittimi Vincenzo Onorato (nella foto con un bimbo premiato durante la presentazione) ha sottolineato l’appello che non smette di inviare alla classe politica. «La legge 30/98 fu un grande successo perché concesse agli armatori italiani la quasi totale defiscalizzazione e la totalità degli sgravi Inps e Irpef per i marittimi imbarcati. Ma con il solo obbligo di imbarcare marittimi italiani. Era nata bene ma nel corso degli anni, con accordi sindacali mirati e interessati, gli armatori ne hanno approfittato per imbarcare extracomunitari a stipendi da fame, lasciare a casa la nostra gente. Così si è creato il più grande paradosso industriale della storia italiana: tutti gli armatori non pagano le tasse e non favoriscono l'occupazione dei propri connazionali. Noi diamo lavoro a 4800 marittimi, tutti italiani».
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