La Nuova Sardegna

Notte di paura a Mamoiada: turisti assediati dai balordi

di Paolo Merlini
Notte di paura a Mamoiada: turisti assediati dai balordi

Una coppia di Belluno si è chiusa dentro il camper per sfuggire ai violenti

05 giugno 2017
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MAMOIADA. Hanno trascorso la notte rinchiusi nel loro camper, terrorizzati, aspettando che facesse giorno e le strade tornassero a ripopolarsi di persone cordiali e perbene, le stesse che avevano conosciuto il giorno prima durante la visita al museo delle maschere e nella visita di alcune cantine. È la disavventura capitata a una coppia di mezza età di Belluno, da qualche giorno in vacanza nell’isola, che la notte di venerdì è diventata il bersaglio di un gruppo di giovani violenti in preda all’alcol, che hanno tempestato di pugni il camper, urlando frasi ingiuriose all’indirizzo dei due malcapitati. Poi, visto che marito e moglie hanno pensato bene di non uscire dal mezzo, i teppisti hanno scagliato una pietra, o forse più di una, contro il parabrezza, infrangendolo. Da notare che tutto è accaduto in pieno centro, accanto alla chiesa di Santa Maria, dove i due avevano parcheggiato per trascorrere la notte dopo una cena in pizzeria.

La denuncia. La mattina dopo, sabato 3, ancora profondamente scossi per l’accaduto, i turisti bellunesi hanno deciso che quei giovani, che magari alla luce del sole sono per tutti i classici bravi ragazzi, magari un po’ vivaci, dovessero rispondere delle proprie azioni. Si sono recati in municipio, ma il sabato mattina gli uffici sono chiusi, e dunque alla stazione dei carabinieri per raccontare l’accaduto e presentare denuncia contro ignoti.
Poi sono andati al museo delle maschere visitato il giorno prima, e hanno raccontato l’episodio di violenza ai giovani della cooperativa che lo gestisce, con i quali si erano evidentemente trovati in sintonia. I soci della coop, e più di tutti il presidente Mario Paffi, hanno ascoltato increduli il loro racconto. «Erano impauriti, piangevano – racconta Paffi – abbiamo chiesto loro scusa per un fatto al quale eravamo estranei, ma che ci ha indignato profondamente. Eravamo e siamo ancora mortificati per quanto è accaduto».

La solidarietà. Poi la coppia di turisti è ripartita, ma Paffi ha mantenuto i contatti con loro ed è deciso a dare vita a un’iniziativa, insieme con altri giovani del paese, che possa in qualche modo riscattare l’immagine del paese agli occhi dei due coniugi (e non solo) dopo la violenza assurda e gratuita che hanno subìto. Se non bastasse, il pensionato bellunese («un uomo attorno ai 65 anni», dice Paffi) collabora con una rivista dedicata al mondo dei camperisti, dove ciascun viaggiatore racconta un itinerario, descrivendone i pro e i contro: se dovesse raccontare la propria esperienza, il paese di Mamoiada si ritroverebbe un bel bollino rosso nelle mappe virtuali dei camperisti di tutt’Italia, e forse non solo.

Modello di sviluppo. Mario Paffi, con profondo senso civico, ha raccontato la vicenda nella sua pagina facebook, molto seguita da chi conosce il suo ruolo nello sviluppo del turismo culturale a Mamoiada, e ha raccolto il consenso di tanti concittadini, indignati quanto lui, ma non solo. Da anni infatti il paese barbaricino si è scrollato di dosso l’immagine cupa degli anni bui dei sequestri di persona ed è diventato un modello di turismo culturale – con il museo, i mamuthones e una produzione vinicola d’eccellenza – per tutta la Sardegna centrale.

I precedenti. Non è la prima volta che i camperisti vengono presi di mira nel centro Sardegna. Negli anni ’90, una coppia di Reggio Emilia che aveva trascorso la notte in una via di Orgosolo aveva vissuto attimi terribili sotto una sassaiola messa in atto da un gruppo di teppisti, pochi anni dopo era accaduto lo stesso a una coppia di tedeschi in vacanza a Budoni, ma si era trattato di un tentativo di rapina. Un episodio simile era accaduto anche a Ilbono, e a farne le spese anche in questo caso erano stati due coniugi tedeschi.

Almeno in un caso le aggressioni ai camperisti hanno avuto conseguenze ben più drammatiche. Erano arrivati dalla Germania anche i due turisti che nel 1982 vennero aggrediti all’interno del loro camper parcheggiato nella zona di Piscinas, lungo la costa occidentale dell’isola. La coppia venne uccisa barbaramente da Gesuino Curreli, passato alle cronache come il “mostro di Arbus”, poi condannato all’ergastolo.

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