La Nuova Sardegna

L’Ogliastra sfida i nuovi padroni del Dna 

L’Ogliastra sfida i nuovi padroni del Dna 

L’associazione dei donatori: «Abbiamo revocato l’assenso a Tiziana life». Mozione urgente in Consiglio

08 giugno 2017
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CAGLIARI. Cinquanta donatori su 13mila hanno deciso e altri lo faranno presto: «Rivogliamo indietro il tracciato del nostro Dna, compresi i campioni di sangue». Non si fidano più gli ogliastrini, che anni fa hanno partecipato convinti alla ricerca scientifica sulle origini del genoma nella Terra dei centenari. Allora c’era SharDna, poi è arrivato il San Raffaele di Milano, ma «da undici mesi la nostra storia, la nostra identità sono nelle mani della società italo-inglese Tiziana life science e non vogliamo che l’una o l’altra continuino a essere o diventino merce di scambio in chissà quali trattative oscure». Sono secche e precise le parole di Flavio Cabitza, il presidente dell’associazione dei donatori. «Non è una questione di soldi – ha continuato – anche se è assurdo che quella banca dati sia stata comprata all’asta del fallimento di SharDna per soli 285mila euro, qualcosa di molto simile in Islanda è stato pagato 450 milioni. Lo ripeto: il prezzo è marginale anche se scandaloso, ma forse ancora più assurdo che da tutta l’operazione oggi sia stato escluso un intero territorio che invece dai bambini agli anziani aveva partecipato con entusiasmo al progetto. Però oggi pretendiamo soprattutto che ci siano restituiti rispetto, dignità e la possibilità di dire se siamo ancora o meno d’accordo sull’utilizzo, è sempre solo scientifico?, della banca dati, mentre i campioni di sangue sono custoditi nella sede del Parco genetico dell’Ogliastra, a Perdasdefogu». È quell’assenso che Tiziana life, come imposto a ottobre dal Garante per la privacy, avrebbe dovuto richiedere ai donatori. «Abbiamo sollecitato più volte – ha continuato Cabitza – la società italo-inglese, ma in questi mesi da Londra sono arrivate sempre e solo risposte confuse. Mentre nel frattempo, a nostra insaputa, l’azienda sta per chiudere un accordo con il Cnr, che finora non si è degnato neanche di risponderci, e chissà quanti altri affari ha in mente». Pochi giorni fa i primi 50 donatori hanno inviato una diffida alla Tiziana life, ma «presto partiranno tutte le altre e la Regione non può lasciarci da soli in questa battaglia. I sardi hanno diritto di ritornare proprietari del loro sangue», ha concluso il presidente dell’associazione dopo aver lanciato qualche sospetto: «Non vorremo che anche la giunta fosse coinvolta in quelle trattative misteriose». Per ora con i donatori si sono schierati il Psd’Az, La Base, i Rossomori, Udc e Uds, che hanno presentato una mozione urgente in Consiglio regionale. «Pigliaru e i suoi assessori devono dire con chiarezza da che parte stanno e devono difendere i diritti sacrosanti di 13mila cittadini», ha detto il sardista Angelo Carta, primo firmatario della mozione. Non è la prima volta che l’Aula si occupa del caso SharDna: l’estate scorsa votò all’unanimità un ordine del giorno di protesta, «ma da allora non è accaduto più nulla e anzi Tiziana life ha continuato ad agire come ha voluto e senza l’assenso dei donatori», è stato il commento di Carta. Va ricordato che Dna e provette sono anche al centro di un’inchiesta della magistratura dopo la scomparsa, a settembre, di 14mila campioni dai laboratori del Parco e poi ritrovati in un ospedale di Cagliari.

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