La Nuova Sardegna

Migranti, via al nuovo piano regionale per l'accoglienza

Migranti, via al nuovo piano regionale per l'accoglienza

Pigliaru: «Siamo pronti ad alzare la voce se la nostra quota di gestione dei flussi migratori venisse sistematicamente violata»

09 giugno 2017
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CAGLIARI. Consolidare il sistema di accoglienza di primo e secondo livello per rispondere in modo sempre più efficace ai crescenti flussi migratori: è l'obiettivo del Piano regionale per l'accoglienza dei flussi migratori non programmati appena aggiornato e presentato oggi dal governatore Francesco Pigliaru, l'assessore agli Affari generali, Filippo Spanu, e Angela Quaquero che ha la delega ai temi legati all'inclusione dei migranti.

Il Piano prevede undici linee d'azione. Le prime due sono le più importanti e riguardano il soccorso e la prima assistenza nel punto di sbarco e seconda accoglienza a lungo termine e integrazione. Nel documento è previsto, col finanziamento di un milione e 800 mila euro, l'allestimento di punto di sbarco con strutture smontabili per garantire a chi arriva una migliore accoglienza e a tutti gli operatori spazi più funzionali. È stato inoltre portato a termine l'aggiornamento formativo dei gestori e degli operatori dei centri di accoglienza e dei mediatori cultura.

La Regione contribuisce con risorse proprie alla quota destinata ai Comuni che ospitano minori (sino a un massimo di 35 euro al giorno pro capite) e ha avviato progetti integrati di inclusione attiva per ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni ospiti in comunità residenziali. Altro obiettivo è il rafforzamento della rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Sinora i Comuni coinvolti nella prima accoglienza sono stati dall'inizio dell'anno un centinaio. Di questi, 59 hanno scelto di aderire a progetti Sprar che mirano a una micro accoglienza diffusa e all'integrazione lavorativa e formativa dei migranti. Il Piano è stato aggiornato in sintonia con l'intesa tra il Governo e l'Anci che, il 14 dicembre 2016, ha regolato la distribuzione equilibrata e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati tra le varie realtà locali. Ma c'è anche il problema dei minori non accompagnati: «Sono 800 - ha ricordato Quaquero - e molti vivono in strutture destinate ad adulti».

«Siamo pronti ad alzare la voce se la nostra quota di gestione dei flussi migratori venisse sistematicamente violata». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, nel corso della presentazione del nuovo Piano dei flussi migratori non programmati. «Lo ribadirò mercoledì prossimo al ministro dell'Interno Marco Minniti», ha aggiunto Pigliaru. Il 14 giugno, infatti, il governatore sardo incontrerà Minniti a Roma con Angela Quaquero che, su sua delega, si occupa dei temi legati all'inclusione dei migranti, e con l'assessore agli Affari generali, Filippo Spanu. Dall'inizio dell'anno la Sardegna ha accolto 2.600 profughi.

«Noi facciamo la nostra parte contribuendo alla gestione dei flussi per il 2,96%, ovvero la quota fissata per legge - ha aggiunto - ma se ci sono Regioni che contribuiscono in misura maggiore, ce ne sono altre che si trovano in una situazione di debito». Insomma, a Minniti verrà detto: «Noi facciamo la nostra parte e non vogliamo diventare un hub di arrivo per quote non definite».

A questo è collegato l'altro problema, legato ai flussi diretti dall'Algeria. Dall'inizio dell'anno nelle coste sarde sono sbarcati in 500. «Anche di questo discuteremo col ministro - ha sottolineato il presidente - perché rischia di diventare un elemento di disordine, e lo scopo è di chiudere quel canale di comunicazione, anche ricorrendo ad accordi con l'Algeria».

Poi c'è la questione del Centro di Permanenza e Rimpatrio di cui il decreto Minniti-Orlando prevede la presenza in ogni regione, Sardegna compresa. Dal ministero è stato individuato l'ex carcere di Iglesias quale possibile sede. Ma - ha sottolineato l'assessore Spanu - il Cpr, la cui sede è ancora da individuare, è destinato nelle intenzioni della Giunta ai migranti che arrivano con gli sbarchi diretti. Gli obiettivi sono quelli di assicurare maggiore sicurezza alle popolazioni e bloccare in flusso migratorio in arrivo dall'Algeria. In ogni caso la Giunta ha più volte sottolineato che la sede del sarà individuata sulla base di una piena condivisione degli enti locali».

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