La Nuova Sardegna

La riscossa dei piccoli costruire il futuro puntando sul passato 

di Antonello Palmas
La riscossa dei piccoli costruire il futuro puntando sul passato 

A Castelsardo l’assemblea dei centri italiani d’eccellenza E i dati Istat premiano chi ha puntato sul turismo sostenibile

18 giugno 2017
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INVIATO A CASTELSARDO. È emozionale, non legato necessariamente all’idea di vacanza da ombrellone, e anche per questo il turismo dei borghi è quanto di più vicino alle esigenze di una realtà come quella sarda che ha bisogno di destagionalizzare. È uno degli elementi emersi dalla seconda delle tre giornate della diciassettesima assemblea nazionale del club dei “Borghi più belli d’Italia”, organizzata per la prima volta in Sardegna, non a caso da quella Castelsardo che è stata pioniera per l’isola in questa esperienza cui ora in molti ambiscono entrare.

Nel castello dei Doria gran parte dei rappresentanti dei 271 Comuni che fanno parte della rete si sono scambiati esperienze rafforzando l’idea che questa sia davvero la strada giusta: una proposta turistica di qualità e sostenibile. “Investire sul passato per costruire il futuro”, disse una volta il presidente del club Fiorello Primi, è lo slogan che meglio sintetizza il concetto. «I borghi sono il luogo in cui si sono sedimentate le particolarità dell’Italia – ha detto ieri – , un miscuglio di competizioni e campanilismi ha creato un posto unico al mondo». Secondo lui «la parola “borgo” deve diventare un must, come accade per “pizza”, “cappuccino”».

Così l’assessora regionale al turismo, Barbara Argiolas ai convenuti: «Siete il vero motore di sviluppo di questa nazione e un modello di sostenibilità e qualità della vita. Nei piccoli Comuni ci sono potenzialità e progettualità che diventano strategiche anche a livello regionale. Il ruolo delle Regioni è aiutare i sindaci e i Comuni a dialogare tra loro e supportarli nella definizione dell’offerta». E sottolinea come «la presenza di cinque borghi d’eccellenza in Sardegna si interfaccia bene con la lotta allo spopolamento».

Su quest’ultimo aspetto insiste anche Dorina Bianchi, sottosegretario del Mibact: «I borghi italiani più belli d'Italia vanno nella direzione del ministero, perché crediamo che il turismo italiano non sia solo quello delle grandi città come Roma e Venezia. Bisogna valorizzare i nostri borghi che propongono una parte importante del nostro patrimonio. Bisogna lottare contro lo spopolamento, perché turisti e viaggiatori vogliono un villaggio vero, abitato da persone che proseguono le tradizioni. Stiamo lavorando ad esempio sul potenziamento delle botteghe artigiane, che può dare anche gratificazioni economiche ai giovani».

Fabrizio Maria Arosio dell'Istat, ha presentato le ultime statistiche relative sui borghi, quelle del 2015 , che testimoniano come i borghi d’eccellenza godano di buona salute: il saldo demografico tra 2011 e 2016 non registra cali o crescite significative (+0,6%), ma soprattutto i borghi hanno aumentato del 4% gli esercizi ricettivi e il +3,6% dei posti letto. I turisti sono in aumento: 2,9 milioni nel 2015, erano 2,7 nel 2014; le presenze sono 10,6 milioni ovvero 10,3 ogni abitante, ben superiore alla media nazionale (6,3). Bene anche la media di permanenza, 3,6 giorni contro il 3,5 nazionale. Crescono gli stranieri: arrivi +8,7% e presenza +12,6%, la media nazionale è di +6,5% e 11,3%.

In definitiva crescita superiore alla media nazionale in genere di 2-3 punti percentuali. La Sardegna è tra le regioni con la media maggiore di permanenze medie. Ma il turismo nei borghi aiuta i flussi turistici dei comuni limitrofi che hanno il 33% in più e il 200% nei comuni entro i 10 km. Il 58% dei borghi ha almeno un museo o una istituzione similare per un totale di 265 strutture. I musei dei borghi hanno una media di 3.500 visitatori ogni 100 abitanti invece dei 152 ogni 100 della media nazionale. E allora ha ragione Emiliano Deiana, presidente dell’Anci regionale che ha avvertito la platea: «Non c’è un futuro cinico e baro che ha decretato la fine dei borghi, sono loro il futuro d’Italia e della Sardegna».

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