Doddore, negati i domiciliari
Il tribunale di sorveglianza dice no: lo stato di salute è compatibile con il carcere
21 giugno 2017
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CAGLIARI. Il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Cagliari ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali di Doddore Meloni. Gli avvocati hanno denunciato i “gravi motivi di salute” che affliggerebbero il leader indipendentista attualmente detenuto nel Centro clinico del carcere di Uta, dove sta scontando due condanne per evasione fiscale e false attestazioni appena passate in giudicato.
Secondo quanto si è appreso, la richiesta sarebbe stata respinta perché la relazione medica inviata dai servizi sanitari di Uta non avrebbe evidenziato condizioni di salute incompatibili con la detenzione in carcere, nonostante Meloni abbia ormai abbondantemente superato il cinquantesimo giorno di sciopero della fame.
Doddore, presidente del movimento indipendentista Meris, era stato arrestato il 28 aprile scorso mentre cercava di raggiungere il carcere di Massama con l’idea di consegnarsi spontaneamente alla giustizia. Meloni, 74anni, si era subito dichiarato detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani ratificati anche dallo Stato italiano e aveva iniziato lo sciopero della fame e della sete. Il 14 giugno Doddore era stato trasportato all’ospedale Santissima Trinità ma le visite dei medici non hanno riscontrato una condizione fisica che imponesse il ricovero in ospedale e Doddore è stato riaccompagnato in carcere a Uta. Mentre i legali di Doddore sono al lavoro per ottenere la scarcerazione, alcuni indipendentisti – tra cui la figlia del leader di Meris – stanno occupando la scalinata del palazzo di giustizia di Cagliari, dove si sono incatenati al passamano per chiederne la liberazione.
Secondo quanto si è appreso, la richiesta sarebbe stata respinta perché la relazione medica inviata dai servizi sanitari di Uta non avrebbe evidenziato condizioni di salute incompatibili con la detenzione in carcere, nonostante Meloni abbia ormai abbondantemente superato il cinquantesimo giorno di sciopero della fame.
Doddore, presidente del movimento indipendentista Meris, era stato arrestato il 28 aprile scorso mentre cercava di raggiungere il carcere di Massama con l’idea di consegnarsi spontaneamente alla giustizia. Meloni, 74anni, si era subito dichiarato detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani ratificati anche dallo Stato italiano e aveva iniziato lo sciopero della fame e della sete. Il 14 giugno Doddore era stato trasportato all’ospedale Santissima Trinità ma le visite dei medici non hanno riscontrato una condizione fisica che imponesse il ricovero in ospedale e Doddore è stato riaccompagnato in carcere a Uta. Mentre i legali di Doddore sono al lavoro per ottenere la scarcerazione, alcuni indipendentisti – tra cui la figlia del leader di Meris – stanno occupando la scalinata del palazzo di giustizia di Cagliari, dove si sono incatenati al passamano per chiederne la liberazione.