La Nuova Sardegna

Annullata l’ordinanza Cuccureddu torna a casa 

di Nadia Cossu
Annullata l’ordinanza Cuccureddu torna a casa 

Revocato il divieto di dimora. L’ex campione: «Voglio realizzare il mio sogno»

24 giugno 2017
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SASSARI. «Come calciatore ho giocato nella Torres, nella Juventus e nella Nazionale realizzando così un sogno che avevo da bambino. Ecco, lo stesso sogno volevo farlo rivivere ai bambini di Alghero nel campo di Maria Pia. E spero che tutto questo sia ancora possibile». Antonello Cuccureddu sorride e pronuncia queste parole quando l’avvocato Agostinangelo Marras gli comunica che il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza del gip che gli vietava «la dimora» ad Alghero. Il tempo di salutare i suoi legali e l’ex campione sale in macchina e punta dritto verso casa, verso quel mare che non vede dal 10 giugno.

La decisione del Riesame. Alle 13 in punto arriva la decisione del tribunale del Riesame (presidente Giancosimo Mura, a latere Elena Meloni e Sergio De Luca) riunito in camera di consiglio per decidere le “sorti” giudiziarie dei cinque indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Sassari per turbativa d’asta. Al centro delle indagini condotte dai carabinieri del Noe e coordinate dal sostituto procuratore Cristina Carunchio le presunte irregolarità nel bando per la concessione (per sei anni) della struttura sportiva di Maria Pia. Un impianto che era stato alla fine affidato all’associazione dilettantistica di Cuccureddu, a discapito della concorrente Alguerugby. Per quei fatti, lo scorso 10 giugno sono finiti agli arresti domiciliari il vicesindaco e assessore allo Sport di Alghero Antonello Usai, il dirigente Giansalvo Mulas, l’impiegato Giancarlo Chessa. Mentre per Antonello Cuccureddu e per suo nipote Efisio Balbina era stato emesso solo un divieto di dimora nella città catalana. Provvedimenti richiesti dal pm e accordati dal giudice che ne aveva evidentemente condiviso la tesi. Ossia: il bando di gara non si sarebbe svolto secondo le norme di legge ma ci sarebbe stata una «violazione dei principi di imparzialità e trasparenza».

La bufera politica. Un terremoto che ha investito il Comune di Alghero suscitando una marea di reazioni politiche. E che ha avuto come primo effetto le dimissioni del vicesindaco indagato. Antonello Usai – nelle duecento pagine dell’ordinanza del giudice che ricostruiscono le ipotizzate anomalie nel bando di concessione – è sempre apparso come una figura chiave, colui che dava le indicazioni, che insisteva con i dirigenti (nella fattispecie Mulas e Chessa) perché le cose andassero in una precisa direzione. «Con il chiaro e unico scopo – scriveva la Carunchio – di favorire interessi privatistici, ossia quelli di aggiudicare il bando alla società presieduta da Antonello Cuccureddu».

La difesa. Gli avvocati difensori – Nicola Satta per Mulas, Danilo Mattana e Stefania Spanu per Chessa, Agostinangelo Marras e Francesco Carboni per Cuccureddu e Usai, Mattia Doneddu e Marras per Balbina – all’indomani degli arresti e delle altre misure cautelari avevano presentato un’istanza al tribunale del riesame. Da una prima lettura degli atti e dell’ordinanza avevano dedotto che potessero esserci buone possibilità perché i loro assistiti tornassero liberi. E ieri mattina, dopo la discussione, il collegio presieduto da Mura ha di fatto annullato l’ordinanza per quanto riguarda le posizioni di Antonello Cuccureddu e Efisio Balbina e ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata nei confronti di Usai, Mulas e Chessa disponendo che venissero immediatamente messi in libertà. «Al momento, in attesa di conoscere le motivazioni – è stato il commento dell’avvocato Nicola Satta – possiamo ipotizzare che i giudici siano entrati nel merito e, con riferimento ai due sottoposti al divieto di dimora, abbiano ritenuto che non ci fossero gravi indizi. Così come, per gli indagati che invece erano ai domiciliari, il tribunale non deve aver ravvisato esigenze che giustificassero la permanenza agli arresti».

L’inchiesta della magistratura, ovviamente, va avanti.

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