La Nuova Sardegna

Province: allarme rosso. A rischio i servizi 

di Antonello Palmas
Province: allarme rosso. A rischio i servizi 

L’appello di tre commissari dopo i tagli nella manovrina. Erriu: «Troveremo una soluzione subito»

24 giugno 2017
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SASSARI. Criticate, destinate alla cancellazione e poi salvate dal referendum, oggi le province storiche sarde (tutte guidate da commissari straordinari) si trovano in un limbo pericoloso: gestire importanti incarichi senza avere i mezzi per farlo. Troppo scarse le risorse (30 milioni per la Sardegna) stanziate dal governo Gentiloni, dal quadro che è emerso le Province isolane hanno bisogno di almeno altri 30.

L’assessore regionale agli enti locali Cristiano Erriu: «È un problema che riguarda tutte le Province, non soltanto quelle sarde, dunque spetta al Governo trovare una soluzione praticabile in tempi ragionevolmente brevi per individuare una via d’uscita, cioè le risorse necessarie per la sopravvivenza degli enti intermedi statali, specie dopo l’esito referendario dell’anno scorso. La Regione da mesi è in prima linea su questo fronte. Confermo la massima attenzione da parte nostra. Vigileremo senza abbassare la guardia, pronti a sostenere gli amministratori delle quattro province sarde e della città metropolitana di Cagliari».

La situazione la spiega Guido Sechi, commissario della provincia di Sassari, quella che sta “meglio” di tutte potendo sfruttare un avanzo di amministrazione per tappare la falla di 13 milioni di euro grazie al fatto di essere l’unica ad aver varato il bilancio: «Lo Stato ha approvato la manovrina che ci dà 10 milioni per il 2017 e 20 per il 2018 – spiega –: ma sono false illusioni, perché ci viene prelevato ciò che viene trasferito mentre restiamo debitori di cifre più alte. Occorre prendere atto che le province esistono per volontà del popolo, che andrebbero bocciate le manovre finanziarie che hanno recuperato 4 miliardi dalle province e che nel frattempo la Regione dovrebbe fare delle variazioni di bilancio per consentirci di pareggiare i conti. E poi aprire una vertenza con lo Stato in ordine alle entrate e alla gestione finanziaria degli enti locali». E ancora: «Siamo riusciti a garantire tutti i servizi essenziali per il 2017, come manutenzioni di scuole e strade, ma sono convinto che incontreremo grosse difficoltà nel 2018. La manovra di quest’anno non la potremmo ripetere».

Costantino Tidu (commissario della provincia di Nuoro, 5.7 milioni di disavanzo): «Lo Stato non ci trasferisce più un euro eppure dovremmo assicurare servizi fondamentali in tre settori (ambiente, scuole e strade). E non basta fare una legge, ma occorrono anche regolamenti attuativi. Per fare un esempio delle criticità: per la manutenzione delle scuole che riprendono a settembre occorrerebbero delle gare d’appalto, ma senza bilancio approvato queste non si possono fare. E poi pensiamo al trasporto disabili, alla manutenzione delle strade. E se la situazione non viene superata, il prossimo anno quegli oneri saranno trasferiti dagli amministratori straordinari di oggi ai sindaci chiamati a gestire i servizi».

«Abbiamo creato un coordinamento tra commissari – dice Massimo Torrente, commissario della provincia di Oristano, 5.5 milioni di disavanzo – . Abbiamo chiesto un incontro all’assessore Erriu e martedì siamo stati ricevuti davanti alla prima e terza commissione in Consiglio regionale. C’è stato un fruttuoso dibattito, forse si è capito che il problema va affrontato subito e ci sarebbe l’impegno sia in maggioranza che in minoranza di verificare la possibilità di un provvedimento urgente. Ma attenzione, sanerebbe gli squilibri momentanei ma non risolverebbe il problema di fondo: in una seconda fase ci dovrà essere un’azione forte nei confronti del Governo sul discorso delle risorse che vanno restituite agli enti intermedi». Torrente ricorda che una decisione va presa subito: «A fine anno quei soldi non ci servirebbero più a niente, finirebbero in avanzo di amministrazione. Mancherebbero i soldi per le società in house (molti servizi non sarebbero più garantiti), per gli alunni portatori di handicap (circa 600 mila euro); non abbiamo potuto fare gli sfalci se non in parte e con mezzi inadeguati». Qualche settimana fa Torrente ha anche proposto un esposto cautelativo a Procura della Repubblica e Corte dei conti: «In questa situazione «si va incontro a sanzioni amministrative e anche penali».

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