La Nuova Sardegna

Nella scatola “intelligente” c’è un laboratorio portatile 

di Salvatore Santoni
Nella scatola “intelligente” c’è un laboratorio portatile 

Due algheresi, Carlo Piga e Gavino Balata, hanno ideato lo Smart sensory box. Il sistema permette di immagazzinare e elaborare analisi sensoriali dei prodotti

28 giugno 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Visto da fuori sembra un banale hard disk. Il segreto sta sotto la scocca luccicante: un cervellone elettronico che processa dati a raffica. In pratica è come avere un laboratorio portatile che ti segue ovunque. Si chiama Smart sensory box ed è un approccio innovativo per immagazzinare ed elaborare le analisi sensoriali, le valutazioni che le aziende, soprattutto multinazionali dell’agroalimentare, fanno sui loro prodotti.

I fondatori. I creatori dell’innovativo sistema sono due algheresi: Carlo Piga e Gavino Balata. Il primo è un chimico che da diversi anni svolge attività di ricerca e consulenza nel campo delle scienze sensoriali, e il secondo è laureato in Economia e si occupa di progetti di sviluppo economico. Entrambi hanno partecipato al programma master and back della Regione e da diversi anni sono collaboratori precari in centri di ricerca e università. Con loro collabora Innoviù, una software-house che supporta la star up madre nello sviluppo dell’Mvp, l’acronimo Prodotto minimo funzionante, cioè con il più alto ritorno sugli investimenti rispetto al rischio. Come funziona. Lo Smart sensory box raccoglie ed elabora una serie di input sensoriali. Questo grazie anche alla possibilità di sfruttare una serie di porte alle quali è possibile collegare dispositivi e sensori, ambientali o biometrici, per la domotizzazione dei laboratori o la conduzione di test multidimensionali. Inoltre, attraverso una connessione remota è possibile caricare nuovi test, usufruire di servizi di personalizzazione dei test, fare l’elaborazione statistica dei risultati o l’assistenza tecnica. Infatti, il marchingegno genera una rete senza fili che permette di accedervi da smartphone, tablet, computer o, più in generale, attraverso qualsiasi dispositivo dotato di Wifi.

La storia. L’idea risale al 2012, quando Carlo Piga lavorava in Agris con una borsa di studio. Nello stesso periodo l’esperto ha sviluppato un applicativo per mettere in piedi un’alternativa ai software tradizionali, che sono abbastanza costosi e anche poco pratici. Nel 2014 il progetto viene presentato al convegno nazionale di scienze sensoriali. È in questo contesto che il ricercatore si rende conto di come le aziende siano insoddisfatte delle altre proposte presenti sul mercato. Un anno più tardi, l’idea inizia a diventare sostanza: gli startupper partecipano alla Start cup Sardegna. A questo punto il progetto di sviluppo è lanciato, la start up si classifica terza e vola oltre Tirreno per giocarsi la finale del Premio nazionale per l’innovazione. Nel 2016 la start up entra nel CubAct sassarese. «Abbiamo definito un prodotto con caratteristiche di semplicità e flessibilità di utilizzo – spiega ancora Carlo Piga – e lo abbiamo presentato ad aziende e centri di ricerca riscontrando un discreto interesse». Fino ad arrivare a quest’anno quando, grazie al programma Insight, la start up avvia il processo di validazione del prodotto commerciale e porta avanti lo sviluppo del prodotto.

Le richieste. Il gioiellino elettronico sta suscitando molto interesse soprattutto tra le multinazionali del settore alimentare. Ma i nomi delle aziende sono ancora top secret. «Posso soltanto dire che sono tra i più importanti brand dell’agroalimentare italiano – sottolinea Carlo Piga – come il consorzio di tutela del parmigiano reggiano. Abbiamo ricevuto anche alcuni contatti da Canada, Slovacchia e Uruguay». In ogni caso, il lancio sul mercato è imminente. «Il prodotto sarà disponibile presumibilmente al termine dell’estate – aggiunge lo startupper – e abbiamo firmato già alcuni accordi di prevendita con aziende, università e centri di ricerca».

Costi ridotti. Il vantaggio rispetto ai software tradizionali è la possibilità degli upgrade, cioè aggiungere un numero definito di test, così da permettere al cliente di dotarsi solo di quelli necessari, senza dover acquistare un mostro informatico molto costoso e poco funzionale. I punti di forza del sistema sono quindi le dimensioni ridotte e la facilità di configurazione. Caratteristiche che conferiscono portabilità al sistema, che può quindi essere utilizzato anche al di fuori dei laboratori di analisi. Diventando così un piccolo laboratorio portatile. Salvatore Santoni



In Primo Piano
Politica

Regione, la giunta Todde annulla la delibera per la costruzione di quattro nuovi ospedali

Le nostre iniziative