La Nuova Sardegna

Gianluca ha provato a tenere in vita Sara 

di Guido Piga
Gianluca ha provato a tenere in vita Sara 

Secondo l’avvocato il 25enne di Padru le avrebbe praticato il massaggio cardiaco Ma per la ragazza non c’era nulla da fare. Oggi la data per la convalida del fermo

04 luglio 2017
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OLBIA. Ha cercato di tenerla in vita, disperatamente, convulsamente. Gianluca Gusinu ha provato a rianimare la sua ragazza, Sara Palimodde, dopo l’urto terrificante di sabato sera tra la loro Golf e un muretto a secco lungo la Alà-Padru, subito dopo una curva.

Qualche lunghissimo minuto, su un prato incolto, passato a praticare un messaggio cardiaco ormai inutile: Sara Palimodde era già morta, così hanno stabilito successivamente i medici.

«Questo mi ha detto Gianluca, questo ha visto l’amico che era con loro in auto, Giuseppe Pilu, che stava chiamando il 118 proprio in quei terribili momenti» dice l’avvocato Sergio Milia, che difende Gusinu, in carcere a Sassari con l’accusa di omicidio stradale.

Solo dopo aver capito che per Sara non c’era più nulla da fare, dunque, Gusinu sarebbe scappato: in preda ai rimorsi, spaventato, preoccupato, allarmato. Passando poi tutta la notte fra i boschi, fino a quando non l’hanno trovato i vigili del fuoco, fino a quando è andato prima in ospedale a Olbia e poi in caserma dai carabinieri a ricostruire l’incidente, l’uscita di strada, il colpo contro il muretto a secco, l’allontanamento, le ricerche che hanno coinvolto decine di persone tra Alà e Padru.

È la tesi, questa, che l’avvocato Milia porterà davanti al gip Contini non appena sarà fissata l’udienza di convalida dell’arresto; la data dovrebbe essere decisa oggi. C’è stato un rallentamento perché è cambiato il pubblico ministero: non più Asara, che era di turno al momento dell’incidente, ma Porcheddu. E ancora non è stata fatta l’autopsia sul corpo di Sara Palimodde, i cui funerali, a Buddusò, sono slittati.

«Proclameremo il lutto cittadino appena sapremo quando saranno i funerali» dice il sindaco di Buddusò Giovanni Antonio Satta, visibilmente scosso, come tutto il paese. «Negli ultimi anni abbiamo perso molti giovani per incidenti stradali, è sempre un dolore immenso» continua Satta. È un dolore indicibile per la famiglia Palimodde: per il padre di Sara, Mario, commerciante ambulante di legna; per la madre, Maria Corda, di Alà dei Sardi; per la piccola sorella, Giulia; per la sorella più grande, Cristina.

Soprattutto Cristina, in questi giorni, in queste ore, sta vivendo un momento delicatissimo: è impegnata nell’esame di maturità all’istituto commerciale di Buddusò. Oggi avrebbe dovuto sostenere la prova orale: la scuola, convinta che si sarebbero tenuti i funerali di Sara, ha rinviato la prova. Dovrà esserci un altro slittamento. È uno stillicidio, una prova della maturità che mai Cristina avrebbe pensato di dover sostenere: la scuola, i compagni, gli amici le sono vicini. Il paese è vicino, vicinissimo a tutti loro. «Come amministrazione, esprimiamo tutta la nostra solidarietà, il nostro affetto - dice ancora il sindaco -. Ma è chiaro che è molto importante quello che, tutti noi, facciamo per loro ora dopo ora, giorno dopo giorno».

È quello che non solo fanno a Buddusò, paese di Sara, morta a soli 21 anni. Ma anche ad Alà, paese di cui è originaria la madre della vittima. E lo fanno anche a Sa Serra, frazione di Padru, posto in cui vive Gianluca Gusinu, 25 anni, con la sua famiglia sotto choc.

Perché Sara e Gianluca, fidanzati da cinque anni, vivevano l’una per l’altro. Perché lui, per lei, era “l’unica certezza”. Fino all’ultimo momento, fino a quella maledetta curva, fino a quel drammatico massaggio cardiaco senza speranza.

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