La Nuova Sardegna

Il pm chiede 44 rinvii a giudizio 

di Enrico Carta
Il pm chiede 44 rinvii a giudizio 

Associazione a delinquere e corruzione: da Tore Pinna a Peru e Stochino. In aula il 30 ottobre

07 luglio 2017
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ORISTANO. Sono quarantaquattro e saranno tutti in aula il 30 ottobre. Su di loro pende una richiesta collettiva di rinvio a giudizio. Non mancheranno i big dell’inchiesta che arriva dopo anni di lavoro alla fase dell’udienza preliminare. “La Squadra” della Sindacopoli sarda, esclusi una ventina di imputati che hanno patteggiato separatamente e poche posizioni che sono state archiviate, si ritrova quindi in tribunale dopo aver imperversato in lungo e in largo per tutta la Sardegna accaparrandosi appalti pubblici e incarichi di progettazione in un intreccio di malaffare che avrebbe coinvolto indistintamente politici, professionisti e funzionari pubblici.

Questo, per lo meno, è ciò che dicono gli esiti del lunghissimo lavoro coordinato dal pubblico ministero della procura oristanese Armando Mammone, competente per territorio, che ha avuto al suo fianco il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Oristano assieme ai Carabinieri della Compagnia di Tonara. Ovviamente, al di là dei patteggiamenti già effettuati, il primo vero punto di svolta sia per l’accusa che per la difesa sarà la prova dell’aula.

Ci finiranno tutti gli imputati principali assieme all’intero sistema che riusciva a convogliare gli appalti. Non mancano nell’elenco gli ex consiglieri regionali Antonello Peru e Pasquale Stochino. Non manca tutta una serie di sindaci di varie zone della Sardegna, in particolare del Nuorese, dell’Ogliastra, del Sulcis e del Cagliaritano. Non manca ovviamente l’ingegnere desulese Salvatore Pinna, da sempre considerato come l’ideatore del sistema che, secondo le accuse, aveva trovato il modo di agire illegalmente pur mantenendo più di una parvenza di legalità. L’accusa è quella di associazione a delinquere con reati che poi sfociano nella corruzione e nella turbativa d’asta.

La Squadra, così la denominarono inizialmente gli inquirenti prima che il caso passasse alle cronache col nome di Sindacopoli, aveva individuato dei sistemi molto semplici ma capaci di funzionare alla perfezione e di convogliare un bel fiume di denaro pubblico sempre nelle solite tasche. Per prima cosa c’era la spartizione degli appalti sotto soglia, quelli cioè che non avevano bisogno di gare d’appalto. In tal caso sindaci di un paese li avrebbero assegnati a professionisti fidati. Questi sfruttavano, a loro volta, il doppio ruolo di professionisti e di amministratori pubblici in comuni differenti. Così, a parti invertite, chiamavano a gestire lavori e progettazioni proprio quegli amministratori e quei funzionari che li avevano appena nominati altrove.

Ma “La Squadra” aveva mirato sempre più in alto. Nella spartizione di una torta gigantesca in cui erano comparse anche tangenti, era finita un’ampia porzione dei lavori per la Sassari-Olbia e in questo caso l’assegnazione dell’appalto sarebbe avvenuto attraverso l’indispensabile aiuto di commissioni di gara che chiudevano un occhio ben sapendo in che direzione guardare con l’altro.

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